“Ci converrebbe quasi chiudere l’hotel a Milano e aprirlo a Roma: saremmo più ascoltati”. È la constatazione di Rocco Salamone, presidente di ATR, l’associazione degli albergatori milanesi di Confesercenti. L’amministrazione della Capitale, infatti, ha dato la possibilità di rateizzare fino a due anni le imposte comunali in scadenza il 30 settembre 2020, al contrario del comune di Milano che, pur disponibile all’ascolto delle richieste da parte della categoria, sembra non dare la giusta importanza alle difficoltà di liquidità che hanno gli alberghi in tutta l’area metropolitana, dove gli arrivi da parte dei turisti stranieri sono al di poco sopra allo zero.
“Il comune di Milano sembra non rendersi conto della situazione di difficoltà finanziaria in cui versano le aziende dell’ospitalità e della necessità di sostenerle per far si che veramente nessuno rimanga indietro in attesa che riparta il turismo internazionale. Milano, come tutte le città ad alta affluenza di stranieri, non si è riempita d’estate e solo da metà settembre, con la timida ripresa di fiere e attività aziendali, gli hotel hanno ricominciato a lavorare, ma non oltre il 50% della capacità. Per noi i mesi di ottobre, novembre e dicembre saranno mesi dove converrà chiudere per sperare di riaprire a febbraio se ci saranno le fiere – prosegue Rocco Salamone – Ci auguriamo le cose cambino perché pagare tutte le tasse ora significa non avere soldi per stipendi e fornitori domani. Significa che appena si potrà licenziare, gli hotel preferiranno ridurre il personale e garantire solo i servizi minimi per non dover vendere la proprietà. Speriamo il Sindaco Sala dia maggiore attenzione alle nostre istanze, così come ha dimostrato recentemente. La nostra preoccupazione è che la situazione di precarietà, che rischia di prolungarsi per molti mesi ancora, potrebbe inoltre creare occasioni per attività criminali e usuraie di prosperare”.