Una collezione che è un unicum a livello nazionale e un museo alquanto originale. Si amplia a San Lorenzo in Campo, in provincia di Pesaro Urbino, l’offerta culturale con l’apertura di due nuovi spazi all’interno di Palazzo Della Rovere, che ospita anche il museo archeologico del territorio di Suasa e il teatro. Grazie alla volontà dell’amministrazione comunale, al grande lavoro di due volontari Pro Loco, Lorenzo Bonafede e Marcello Morrieri, coadiuvati da diversi altri, e agli operatori comunali, sono tornati fruibili la Stanza dei Francobolli e il Museo Etnografico Africano – Collezione Dr. Gello Giorgi.
La Stanza dei Francobolli, realizzata 90 anni fa grazie all’ingegno di Agostino Ghilardi (presenti alla presentazione i discendenti Giuliano e Paolo Zingaretti), rappresenta più un unicum che una rarità. E’ composta da oltre 90mila francobolli di fine 800 ed inizio 900, tutti rigorosamente usati nella corrispondenza dell’epoca, recanti i timbri dei vari uffici postali della zona. Con essi sono tappezzate interamente 4 pareti ed il soffitto di una stanza, per circa 45 metri quadrati. Vi sono rappresentati l’Italia e gli stati confinanti, la lupa capitolina, lo stemma di allora del Comune e lo stemma sabaudo. L’autore Agostino Ghilardi, aiutato dal compaesano Gaetano Damiani, iniziò la sua realizzazione a luglio 1932 per concluderla ad agosto 1934. Inizialmente allestita all’interno di una abitazione privata, oggi della famiglia Zingaretti nipoti del Ghilardi, grazie a Don Araldo Angeloni fu spostata a Palazzo Della Rovere, dove è rimasta per anni sino allo smantellamento. Ora l’originalissima si può nuovamente ammirare in tutta la sua bellezza.
Sempre all’ultimo piano di Palazzo Della Rovere, è stato riallestito il Museo Etnografico Africano – Collezione Dr. Gello Giorgi. Le cinque stanze custodiscono una ricchissima raccolta di materiale etnografico proveniente dalla Sierra Leone. La collezione è frutto del lavoro di Giorgi, medico, archeologo e storico, che riportò a San Lorenzo in Campo i materiali della collezione dal 1956 al 1972, anni in cui fu missionario in Africa occidentale. Una collezione ricchissima, si possono ammirare nomoli (statuette apotropaiche in pietra ed ossa d’animale), rettili e zanne, francobolli e monete, maschere tribali, armi, fossili e minerali (anche provenienti dal massiccio del Catria ed altre zone italiane), farfalle, insetti e volatili, strumenti musicali e giocattoli.
“Grazie ad uno straordinario lavoro di squadra – sottolinea il sindaco Davide Dellonti – siamo riusciti ad arricchire l’offerta culturale con raccolte di grande valore e originalità. Contribuiranno senz’altro ad aumentare ancora il numero dei visitatori nel nostro territorio. Siamo veramente orgogliosi e fieri di questo risultato. Il prossimo step sarà la realizzazione di alcuni lavori di illuminazione e la formazione di guide per illustrare al meglio questi preziosi spazi”.