Tassa soggiorno, il no degli albergatori di Fermo

Per gli operatori locali gli arrivi caleranno del 20% e la tassa sarà a carico degli imprenditori

"Niente tassa di soggiorno per le strutture del fermano". E' la posizione assunta dalla sezione Alberghi e Turismo di Confindustria Fermo, presieduta da Fabiano Alessandrini, e la Union Camping, guidata da Felice Chiesa. Per le 2 associazioni l'introduzione della  tassa significherebbe una diminuzione degli afflussi turistici. Per gli operatori turistici si tratta di fatto di una tassa sull'impresa. Le strutture ricettive locali, come hanno ampiamente spiegato i rappresentanti delle associazioni, per non appesantire eccessivamente i costi al turista, saranno costrette a farsi carico della tassa stessa, facendo scendere, quindi, i propri fatturati.

"Riteniamo che la ‘tassa di soggiorno' sia un freno per le affluenze turistiche. Chiediamo, perciò, a Provincia e Comuni di trovare la soluzione migliore per non aggravare la situazione, resa già precaria dalla crisi economica – dice Fabiano Alessandrini – Si tratta di una presa in giro del Governo che dice di non aumentare le tasse ma costringe i Comuni ad attivarle per reperire risorse".
"Siamo contrari alla ‘tassa di soggiorno' perché penalizza il turista – afferma Gianluca Vecchi, presidente dell'Ataf (Associazione Turismo ed Alberghi del Fermano) – Bisogna trovare una soluzione alternativa per il recupero delle risorse finanziarie. Introdurre questa tassa è vantaggioso solo per i comuni".
"La ‘tassa di soggiorno' è iniqua e improponibile. Nelle Marche, non verrà applicata da Senigallia a Pesaro-Urbino. Credo che introdurla nel Fermano vuol dire far scendere del 20% le presenze turistiche", aggiunge Felice Chiesa.

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