“La ricerca e raccolta del tartufo nelle Marche è un'attività di rilievo turistico e promozionale per tutto il territorio. La tartuficoltura è una risorsa per l'economia montana e comporta il rimboschimento di aree marginali con specie autoctone, a vantaggio della biodiversità e del paesaggio”. Ad affermarlo Paolo Petrini, vicepresidente e assessore all'Agricoltura della Regione Marche, in relazione all’approvazione di una proposta di legge sulla raccolta e coltivazione dei tartufi e per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale. La proposta riconosce il ruolo centrale dell'associazionismo di settore nella promozione e valorizzazione del patrimonio tartufigeno marchigiano, nel rispetto delle istituzioni locali. Il disegno normativo prevede di salvaguardare le caratteristiche dei tartufi dell'entroterra marchigiano evitando l'introduzione sul mercato di tuberi non presenti in Italia.
Tra gli obiettivi anche la certificazione, che non può prescindere da una maggiore conoscenza dell'ecosistema della specie. L'articolato predisposto prevede poi un sistema sanzionatorio più incisivo, soprattutto verso gli esercizi commerciali che detengono e somministrano tartufo immaturo e non fresco.