Code bibliche per i passeggeri extraUe a Heathrow, British protesta con governo

Sono sempre più lunghe le code a cui devono sottoporsi i passeggeri non europei ai controlli passaporti in ingresso a Heathrow. A denunciarlo è Alex Cruz, numero uno di British Airways, che esorta a mezzo stampa il governo di Theresa May a provvedere in qualche modo per alleviare l’agonia.

Cruz, in una lettera al Times, racconta di attese di due ore come della normalità: “una farsa”, tuona, che non ha paragoni in nessun altro grande aeroporto d’Europa. L’amministratore delegato della compagnia di bandiera si mostra particolarmente indignato per il fatto che il governo May ha messo in cantiere – anche in previsione della Brexit – l’introduzione di corsie e sportelli preferenziali riservati ai cittadini britannici in arrivo. Una scelta legittima e comune ad altri Paesi, ma che secondo Cruz sarebbe oltraggiosa laddove prima non si cercasse di alleggerire le attese degli extracomunitari: pena il rischio di scoraggiare viaggi e turismo.

Dal canto suo, la direzione dello scalo, dove l’anno scorso sono transitate 40 milioni di persone, si difende affermando che le attese del “95% dei passeggeri” sono “entro i termini previsti”. Ma Cruz parla di migliaia e migliaia di ‘eccezioni’. Mentre un portavoce del ministero dell’Interno dice di capire “la frustrazione” di chi resta bloccato e promette sforzi per “ridurre i tempi di attesa”: senza tuttavia derogare sulla necessità di “controllare le frontiere e di tenere il nostro Paese sicuro”.

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