Enac: stop a disservizi a Fiumicino in 60 giorni

E l’Ente decide di non comunicare i dati su servizio bagagli e puntalità voli

Il ponte dell’Immacolata sarà il primo banco di prova, poi Natale. Ma entro sessanta giorni le società che operano a Fiumicino dovranno aver già adottato misure adeguate per frenare i disguidi che hanno trasformato l’estate in un incubo per i passeggeri in transito nello scalo romano. “Ai primi di dicembre ci sarà una verifica – conferma il presidente dell’Enac, Vito Riggio – poi eventuali nuovi interventi, di certo non possiamo permettere che il prossimo agosto si ripetano gli stessi disagi di questa estate". Intanto alle tre società che gestiscono i servizi aeroportuali sono stati "contestati numerosi, ripetuti e gravi disservizi". Delle tre è stata assolta solo Avia Partner, oggetto solo di "rilievi minori". A Flightcare "manca personale: deve assumere e formare altri dipendenti". Quanto alla nuova Alitalia, che gestisce i servizi di terra per la maggior parte dei voli di Fiumicino, dovrà porre rimedio "non ad un problema di carenza di personale ma ad un problema di organizzazione del lavoro, di effettiva presenza e tracciabilità dei dipendenti, di tracciabilità dei bagagli, e di organizzazione dei turni in modo che non ci siano più vuoti tra un turno e l’altro". Intanto la società Aeroporti di Roma si è impegnata a gestire un lavoro "di coordinamento tra le diverse società di handling" che potranno lavorare anche "consorziandosi per supplire l’una a eventuali momenti di difficoltà di un’altra".
Intanto l’Enac ha deciso di non rendere noti i dati sulle diverse società di handling sul servizio bagagli e sulla puntualità dei voli delle diverse compagnie. Si sa solo che una compagnia non indicata ha perso 1.280 bagagli in un solo mese. In proposito, Riggio ha ribadito che i dati trapelati da indiscrezioni questa estate non sarebbero corretti ma, dice, "sarà il cda dell’Enac a decidere se divulgare i dati ufficiali. Condivido – ha aggiunto – l’auspicio espresso dal ministro Altero Matteoli: più che diffondere i dati è meglio lavorare con cose concrete per risolvere i problemi che quei dati indicano".

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