In Italia 24 aeroporti di troppo

Il governo ha già pronto un piano per eliminare gli scali inutili

Potrebbero essere i piccoli aeroporti a non uscire indenni dalla crisi economica. Quegli scali che hanno pochi passeggeri, tanti debiti e usufruiscono ogni anno di generosi aiuti pubblici. Sul tavolo del governo è pronto il piano per la riorganizzazione del sistema aereo nazionale. Un piano da cui si evince che in Italia ci sono 24 aeroporti di troppo, tra cui Foggia, Parma, Rimini, Forlì, Brescia, Cuneo e Perugia. Perché se è vero che strutture come queste hanno bisogno di un traffico minimo di 500mila persone l'anno per puntare all'equilibrio economico, nel 2009 in Italia sopra questa soglia di sopravvivenza ce n'erano solo 25 su 100. Eppure contemporaneamente si lavora per aprire nuovi scali, come Comiso e Viterbo. Al nord, poi, sull'asse Torino-Venezia, c'è uno scalo ogni 50 chilometri. A soffrire è soprattutto Brescia Montichiari, stretta tra la concorrenza di Bergamo e Verona tanto che ora la società di gestione intende puntare sul servizio cargo. Del resto, secondo gli esperti, solo la focalizzazione su business precisi potrebbe essere l'unica strada per evitare il crac. Ma in Spagna la situazione non è migliore: il governo Zapatero sta valutando come riorganizzare i suoi scali dopo che sotto la poderosa spinta delle low-cost sono sorti cinquanta nuovi aeroporti nel giro di pochi anni.

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