“Nella proposta del Pnrr approvata dal Consiglio dei ministri non si fa cenno ad alcun progetto aeroportuale. Lo riteniamo di una gravità assoluta”. Lo evidenzia Assaeroporti in audizione sul Recovery Plan presso la Commissione Trasporti della Camera. “Il sistema aeroportuale italiano rappresenta più del 3% del Pil con 150mila addetti nell’ambito degli aeroporti. Il settore sostiene circa 880mila persone. Nel 2020 le società di gestione hanno perso circa 2 miliardi di fatturato”, sottolinea Assaeroporti. “Non esiste al momento una norma comunitaria che impedisca il finanziamento di progetti nell’ambito dei concessionari, che operano tra l’altro su beni demaniali, pubblici”, sostiene l’Associazione. Efficientamento energetico, realizzazione di sistemi per il basso consumo, impianti di cogenerazione e autogenerazione, mobilità green con la sostituzione dei mezzi operanti nell’area lato volo con veicoli a trazione elettrica, adeguamento delle reti idriche, recupero e riuso dei rifiuti prodotti in aeroporto, digitalizzazione e innovazione, i progetti che per Assaeroporti “rientrano nel solco del Pnrr e offriranno opportunità di crescita e sviluppo per il Paese, oltre ad essere immediatamente cantierabili”.
“Gli aeroporti italiani, in quanto motore di sviluppo del Paese, sono già strutturati per realizzare progetti strategici nel rispetto dei tempi previsti. Anche per questo è fondamentale che il Recovery Plan includa gli scali nazionali”, aggiunge l’amministratore delegato di ADR, Marco Troncone, nel corso dell’audizione. “Negli ultimi 8 anni – sottolinea Troncone – Aeroporti di Roma ha investito quasi 2 miliardi di euro per ammodernare e potenziare l’infrastruttura che oggi è considerata un’eccellenza a livello internazionale”.