Affitti brevi, Airbnb-Booking chiedono normativa nazionale

Airbnb e Booking.com  hanno commentato le novità normative su cui sta lavorando il Governo e il Comune di Firenze e chiedono una regolamentazione omogenea a livello nazionale, ed eventualmente misure aggiuntive per casi particolari.

Valentina Reino, responsabile relazioni istituzionali Airbnb Italia & Sud Europa ha spiegato di preferire l’idea di “una regolamentazione nazionale, riteniamo che un approccio nazionale sia molto più efficace rispetto alla frammentazione. Il ministro Santanché sta lavorando a una bozza e lo stesso Nardella ha detto che se la proposta verrà incontro alle esigenze delle città è pronto a tirarsi indietro sulla sua proposta. Secondo noi è giusto andare avanti sul lavoro nazionale e capire a quale compromesso si arriverà con questo testo di legge”.

Per Reino “sulla base dei dati è importante andare ad analizzare se ci sono delle aree che hanno delle criticità particolari per cui sono necessarie delle misure aggiuntive come misure fiscali che vadano a creare degli adempimenti maggiori per chi gestisce in maniera speculativa, chi ha tantissimi appartamenti. Per noi è fondamentale tutelare la piccola proprietà privata quindi le stanze e chi ha una casa di famiglia che affitta sulle piattaforme”.

Sulla stessa linea Alessandro Callari, regional manager Booking.com di Italia, Israele e Malta. “Siamo favorevoli – ha detto – a una regolamentazione che sia uniforme piuttosto che una serie di norme regionali. Non sta a noi legiferare – ha poi aggiunto – ma quello che possiamo dire è che bisognerebbe basarsi su dei dati, ci sono delle sfide elevate in città come Firenze e Venezia, mentre in altre città che possiamo chiamare ‘secondarie’ la presenza di affitti brevi può stimolare il turismo e un nuovo canale di economia locale. Credo che si debba fare una valutazione, siamo favorevoli a una normativa che sia uniforme a livello nazionale, ma il legislatore dovrebbe calibrare le iniziative a seconda del caso specifico”.

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