La crisi da Covid toglie agli agriturismi italiani più di 600 milioni di fatturato su oltre 1 miliardo annuo di media e 295 milioni di presenze. A fare i conti nel comparto è un’analisi di Cia-Agricoltori Italiani nell’Assemblea annuale dell’associazione Turismo Verde, che ha fatto il punto sulle azioni da cui ripartire. Tante le perdite, fa presente l’associazione, che si sono concentrate nel lockdown quando i flussi turistici nelle strutture hanno ceduto l’89% rispetto al 2019, raggiungendo ad aprile -96% di presenze e l’azzeramento degli arrivi (-99%). Poco ha potuto l’avvio dell’estate con giugno che ha fatto registrare -78% di arrivi e -80% di presenze; luglio e agosto hanno riportato gli italiani in vacanza, ma senza incidere sul trend complessivo. Nel trimestre estivo la domanda estera è crollata del 65,9%, mentre l’aumento di quella interna è stato di solo 1,1%.
In questo scenario non tutte le regioni e le mete hanno mostrato pari resistenza. Più forti Toscana, Veneto e Puglia, mare e montagna hanno tenuto più delle città d’arte, rispettivamente con perdite del 30% e del 90%. Fragili per natura, perché ancora prive di servizi e infrastrutture fisiche e digitali adeguate, sono le aree interne che però hanno mostrato grandi potenzialità con +5,2% di presenze nelle località rurali e di collina e +2,7% in quelle montane. A tal proposito il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ha sottolineato come “il Recovery Fund sia una grande opportunità sulla quale lavoriamo insieme al Governo e sul territorio affinché dia il giusto spazio e progetti mirati alla promozione delle aree interne coinvolgendo gli agriturismi”.
A fare il bilancio un bilancio tra i risultati ottenuti per il settore flagellato dal Covid e il lavoro che c’è ancora da fare è il presidente di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio. “Dal Bonus Vacanze alla sospensione di Imu e Tari abbiamo raggiunto in questi mesi importanti risultati a tutela degli agriturismi di tutta Italia ma – ha avvertito Sparascio – occorre andare avanti a 360 gradi”. All’ordine del giorno, secondo il presidente occorre “non allentare il filo con le Regioni, molte delle quali ancora non rendono accessibili i contribuiti a fondo perduto previsti dal Dl Rilancio, come anche rifinanziare la cambiale agraria strumento di accesso al credito agile e libero da lacciuoli burocratici, che ha già dimostrato di essere una boccata d’ossigeno per agricoltori e operatori agrituristici”