Nel I semestre del 2019 sono stati investiti oltre 2 miliardi di euro nel comparto immobiliare alberghiero, oltre il 43% del totale investito, dato in aumento rispetto allo stesso periodo del 2018.
Questo dato conferma il trend degli ultimi anni, che hanno visto il settore alberghiero al centro dell’interesse degli investitori: da un volume totale di 594 milioni di euro registrato nel 2014, si è quasi raggiunto il miliardo nel 2016, dato ulteriormente in crescita nel 2017, con 1,19 miliardi di euro. Il 2018 ha registrato un rallentamento fisiologico degli investimenti rispetto al 2017, mentre il 2019 si appresta a essere l’anno record per gli investimenti in questa asset class.
“Nel primo semestre del 2019 il comparto alberghiero è risultato in testa alle preferenze degli investitori, soprattutto esteri, rappresentando il 43% del totale investimenti capital markets. Grazie a 2 importanti operazioni relative a portafogli, che hanno determinato volumi record, si prevede che l’alberghiero sarà l’asset class dominante di quest’anno”, ha detto Claudio Santucci, Deputy General Manager Gabetti Agency, Head of Capital Markets.
Nei primi 6 mesi del 2019 si conferma la preferenza di strutture alberghiere di fascia più alta ( tenendo conto solo delle operazioni di cui sono state rese note le stelle). Questa tendenza riprende il trend del 2018 in cui le strutture alberghiere di 4 e 5 stelle avevano rappresentato la quasi totalità delle transazioni e del capitale investito (92% del totale). A raccogliere meno interesse da parte degli investitori istituzionali sono ancora una volta gli alberghi di categoria inferiore. In questo contesto si escludono attività localizzate in posizioni strategiche e possibile oggetto di riqualificazione e riapertura o strutture che puntano a un target più giovane e sofisticato, come gli ostelli di nuova concezione, di design e localizzati in posizioni strategiche.
Si rileva, nei primi 6 mesi del 2019, una prevalenza degli investitori esteri (91%), a seguito dell’acquisto di due importanti portafogli: uno di 15 asset da parte degli USA e uno di 8 asset da parte della Francia.
Nel I semestre del 2019, pur considerando l’esiguità delle transazioni attribuibili a una specifica provincia, la quota principale del capitale investito è riconducibile alla provincia di Venezia (32,6%), seguita da Firenze (20,2%).
Nel 2018 la quota principale di capitale investito riconducibile a una specifica provincia è attribuibile alla provincia di Roma (33,7% circa), seguita da Palermo (8,1%), Firenze (7,5%) e Milano (7,5%); in questa ripartizione non si tiene in considerazione la transazione che ha riguardato un portafoglio di due Hotel.
Nei primi 6 mesi del 2019 sono state transate un totale di circa 3.380 camere, di cui il 39% nel Nord Italia, il 50% al Centro e il restante 11% al Sud.
Secondo i dati Istat al 2018, nell’ambito dell’offerta ricettiva, a livello italiano, gli alberghi coprono circa il 15% del totale (215.993), che comprende anche esercizi extra alberghieri quali alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (51% del totale), bed and breakfast (16%), agriturismi (10%), campeggi e villaggi turistici, case per ferie, ostelli per la gioventù e rifugi di montagna (circa il 3% del totale). Tra il 2008 e il 2018 tutte le tipologie di esercizi extra alberghieri hanno rilevato un incremento del numero di strutture, con un totale complessivo di 76.989 esercizi extra alberghieri in più.
In particolare si segnala la sensibile crescita dei b&b, che hanno visto un totale di oltre 17 mila unità in più nel 2018 rispetto al 2008. Tale fenomeno deriva anche dallo sviluppo di portali online dedicati, come booking.com, che favoriscono la prenotazione di tali soluzioni.
La situazione degli alberghi presenta alcune differenze al proprio interno: da un lato il saldo complessivo è negativo (1.259 strutture in meno rispetto al 2008), dall’altro si nota come la riduzione del numero di alberghi sia avvenuta solo per le categorie dai 2 stelle in giù, mentre, al contrario, le categorie di fascia più elevata, 4 e 5 stelle, siano aumentate in modo significativo, rispettivamente con una crescita del 29 e del 65%.
L’Italia conferma la sua attrattività turistica, registrando nel 2018 96,7 Mln di arrivi in hotel e sistemazioni similari (come somma di residenti sia in Italia che all’estero), +3,2% rispetto al 2017 (93,7 Mln). ln termini di trend annuale, la serie storica mostra che, dopo un periodo di stabilità compreso tra il 2011 e il 2013, dal 2015 si è registrato un continuo incremento.
Dal 2008 gli arrivi internazionali nelle strutture alberghiere italiane sono cresciuti maggiormente rispetto a quelli domestici: rispettivamente del +39,1% gli arrivi internazionali e +14,8% quelli domestici. Nel 2018 si sono registrati circa 47 mln di arrivi da parte di residenti esteri e quasi 50 mln da parte di residenti in Italia.