2021 peggiore per gli alberghi italiani del 2020

Per gli alberghi italiani l’anno si chiude con un passivo addirittura peggiore del 2020. Sulla base dei dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi, infatti, il 2021 si chiude con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6%, con punte nelle città d’arte, che toccano -58% a Roma e -56,1% a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente -57% e -43%. Non va meglio sul fronte dei ricavi dove la perdita media arriva al -55% con le città d’arte che si attestano al – 65%.

Pesa sul settore l’assenza del turismo internazionale. Quest’anno gli arrivi internazionali – in massima parte europei – si fermeranno a 36 milioni. Un dato drammatico se si considera che rispetto al 2019 mancano oltre 60 milioni di viaggiatori stranieri, e che impatta fortemente sui conti del settore con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche.

Dati in linea purtroppo con le rilevazioni Istat che nel solo periodo gennaio-settembre ha registrato una flessione sul fatturato ricettivo del 36%. Stesso dicasi per Banca d’Italia che rilevava l’assenza del 63% dei turisti internazionali ed un crollo della spesa turistica degli stranieri di ben oltre il 55%.

“Due anni come questi – sottolinea Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi- mettono a durissima prova le nostre imprese, una difficoltà ulteriormente accentuata dall’assenza di aiuti che da luglio scorso non sono più stati rinnovati per le imprese del settore. Lo scorso 16 dicembre alle aziende alberghiere italiane è stato chiesto di pagare oltre 268 milioni di IMU, così come è stato richiesto il pagamento integrale dell’imposta sui rifiuti malgrado la produzione sia praticamente nulla in considerazione dell’attività così ridotta. Per non parlare degli affitti dove le aziende sono state lasciate sole a fronteggiare un costo divenuto oggettivamente insostenibile. Anche la cassa integrazione covid è agli sgoccioli, per molte aziende si va ad esaurire questa stessa settimana e ancora non ci viene data indicazione su come procedere nei prossimi mesi nei quali necessariamente dobbiamo poter contare ancora su questo strumento per la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. In questi 2 anni la sopravvivenza è stata garantita dal ricorso al credito ma ora non è più possibile procedere nella medesima direzione, è necessario un sistema di aiuti che accompagni le imprese da subito e nei prossimi mesi”, conclude la presidente Colaiacovo.

 

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