Il disegno di legge presentato dal Ministero del Turismo è un importante nuovo passo in avanti per regolamentare il fenomeno degli affitti brevi che negli ultimi anni è proliferato in modo incontrollato. Questa l’opinione di Confindustria Alberghi. “Ci fa piacere che molte delle nostre richieste presentate nel corso degli incontri con il ministero del Turismo siano state recepite ed accolte – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi -. Pur comprendendo le ragioni espresse in queste ultime ore da alcuni Comuni, è importante che i tempi per l’approvazione del disegno di legge siano veloci per ristabilire in tempi brevi l’equilibrio tra attività delle imprese e le comunità residenti. In molti casi abbiamo assistito ad un vero e proprio svuotamento dei centri storici e l’auspicio è che queste località possano tornare ad essere popolate dai propri abitanti. Non siamo contro nuove e alternative modalità di accoglienza, quello che più ci interessa è che chiunque operi nel mercato dell’ospitalità turistica agisca nel pieno delle regole e sia sottoposto ad un regime fiscale coerente con l’attività svolta”.
Soddisfatti anche se solo parzialmente invece i rappresentanti di F.A.R.E. “Ancora – sottolinea il presidente Delia di Maio – molti punti poco chiari che creano ulteriore confusione tra le normative già esistenti che regolano gli affitti brevi e alcune problematiche novità introdotte in questo, che al momento, non è ancora il testo definitivo. Tra gli aspetti positivi c’è sicuramente il netto cambio di passo sulla motivazione principale che passa dallo ‘spopolamento dei centri storici’ al ‘combattere il fenomeno dell’abusivismo’: cambiamento per nulla scontato dato il clamore mediatico suscitato dalle dichiarazioni dei mesi scorsi di alcuni sindaci, e apprezziamo anche la scelta di individuare, stavolta in maniera dettagliata come da nostra richiesta, le aree precise in cui viene stabilito – dal ministero e non dai sindaci – l’obbligo del pernottamento minimo di due notti. Siamo soddisfatti anche dell’abolizione del vincolo legato ai nuclei familiari che compariva nella prima bozza del testo, cosi come dell’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) – continua – e soprattutto dell’obbligo per i portali di prenotazione online di inserire non solo annunci provvisti di CIN ma di verificarne la veridicità attraverso la Banca Dati che sarà pubblica. “Nonostante ciò, ci sono ancora molti aspetti che andrebbero chiariti e altri che a nostro avviso andrebbero eliminati. Andrebbe chiarito l’aspetto legato alle prestazioni accessorie, che potrebbero causare una sovrapposizione con altre categorie del settore extralberghiero, cosi come la inutile richiesta di una SCIA per chi loca in forma imprenditoriale – prosegue Di Maio – non è chiara né attuabile, in questi termini, neanche la richiesta di adeguamento alla normativa antincendio, in quanto riferita all’applicabilità alle strutture ricettive, e le locazioni turistiche non lo sono. Riteniamo inoltre incoerente e inaccettabile il limite massimo di due appartamenti come criterio per definire l’imprenditorialità”.