L’Associazione dei Direttori d’Albergo (A.D.A.) per voce del presidente nazionale Alessandro D’Andrea esprime enorme preoccupazione per le nuove restrizioni su congressi e convegni. “Questo settore – sostiene – è uno dei pilastri portanti dei ricavi alberghieri, già pesantemente condizionati dalle limitazioni dei viaggi dall’estero e spostamenti locali. Negli alberghi ci siamo adoperati da subito per adeguare le strutture ai nuovi standard e protocolli per garantire sicurezza ai collaboratori e agli ospiti, per formare il personale, per convertire spazi e servizi, anche con importanti investimenti economici e nonostante i ricavi azzerati senza nessuna forma di sostegno per le imprese. Ora, almeno, lasciateci lavorare.
È sbagliato fare interventi generalizzati che colpiscono ancora e di più proprio chi stava tentando di ripartire. Bisogna intervenire ad hoc sulle situazioni realmente gravi, verificando e sanzionando chi opera in modo non adeguato, mettendo a rischio la propria e altrui sicurezza, ma non sulle attività economiche che servono anche al Paese. Si intervenga sull’assembramento urbano, quando inutile, si risolva la questione dei trasporti pubblici, si aumentino i controlli nei locali che permettono gli assembramenti (anche al loro esterno) e non vigilano sull’obbligo del distanziamento e dell’uso delle mascherine.
Ma perché limitare, se possono essere organizzati secondo i protocolli di sicurezza, gli incontri di lavoro, convegni, congressi, eventi, attività che servono per far girare l’economia e far ripartire le aziende già in crisi per il precedente lockdown? Le norme già in essere, istituite dai decreti precedenti, hanno bloccato le attività di banqueting sferrando un colpo doloroso al settore che ora, nuovamente, è messo mortalmente alle corde. Noi professionisti dell’ospitalità possiamo mettere a disposizione delle Istituzioni la nostra expertize per trovare le soluzioni che permettano di lavorare in sicurezza nelle nostre strutture, ma come sempre “a palazzo” si prendono solo decisioni politiche a mai soluzioni concrete per il bene del Paese”.