Assaereo: anche low cost paghino tasse

L’associazione chiede norma ad hoc da inserire nel prossimo decreto ‘Sviluppo bis’

Anche le low cost paghino tasse e contributi del Paese in cui operano. E' la richiesta avanzata da Assaereo al governo con una nota cui chiede che "nel prossimo decreto 'Sviluppo bis', in linea con la sua politica di equità sociale e fiscale, sia prevista una norma che obblighi anche le compagnie straniere a pagare le tasse e i contributi previsti nel Paese presso cui hanno una operatività continuativa, con collegamenti interni, tutelando i lavoratori, ripristinando le condizioni per una sana concorrenza e consentendo allo stesso tempo maggiori entrate fiscali a beneficio dello Stato e della collettività".
In una lettera ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera, dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli e del Lavoro Elsa Fornero, e per conoscenza al premier Mario Monti e al presidente dell'Enac, Vito Riggio, l'associazione nazionale delle compagnie aeree riporta, in particolare, il caso di Ryanair, che "continuando ad utilizzare strumentalmente la sua nazionalità irlandese ed il relativo regime giuridico, si sussidia attraverso la violazione delle norme contributive e fiscali del nostro Paese creando una inaccettabile discriminazione previdenziale per i lavoratori italiani. Le aliquote, come noto infatti, in Irlanda sono del 12% mentre in Italia del 37%".

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