Asshotel: 23 mila hotel a rischio chiusura per normativa antincendio

Costi troppo alti per adeguarsi soprattutto visto il calo di redditività degli ultimi 4 anni

Il Piano straordinario di adeguamento biennale all'antincendio farà chiudere dal 1° gennaio 2014 dai 14 ai 23mila alberghi italiani per il mancato possesso del Certificato prevenzione incendi (Cpi). La stima è Asshotel stima secondo cui la percentuale degli hotel non adeguati risulta essere del 70%. In Italia sono in attività oltre 33mila alberghi che svolgono la propria attività in forma stagionale e/o annuale e si trovano prevalentemente in località marine, montane e città d'arte.
"Nel corso degli ultimi 18 anni – si legge in una nota di Asshotel – le imprese del settore hanno faticato a tenere il passo rispetto ad una normativa molto onerosa e pensata più per le grandi strutture che non per le micro, piccole e medie imprese, che non sono totalmente inadempienti, ma che non sono in possesso del Cpi (Certificato prevenzione incendi) perché non hanno ottemperato a norme al limite della vessazione. Le imprese alberghiere non possono quindi essere additate come illegali, considerato che il legislatore ha in questa materia usato la mano pesante senza prendere in considerazione che la platea delle imprese è composta anche da micro, piccole e medie attività. A questo si aggiunge il fatto che in numerose realtà sono state concesse dai locali Comandi dei Vigili del fuoco numerose deroghe, soprattutto nelle città d'arte, creando di fatto una disparità fra le varie città del Paese".
Secondo Asshotel, inoltre, l'impossibilità delle aziende alberghiere ad adeguarsi totalmente ed ottenere così il Cpi dai vari comandi provinciali dei vigili del fuoco, si deve anche al fatto che le stagioni turistiche degli ultimi 4 anni hanno segnato per le imprese un calo della redditività del 50% per il periodo estivo e, in alcuni casi, sull'intero anno.

 

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