“Esprimo soddisfazione per il parere positivo espresso dalla sentenza del Consiglio di Stato 5805-2024 sul ricorso curato dall’Avv. Rodolfo Barsi e presentato da Assomarinas nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che aveva determinato l’adeguamento erroneo del 25,15% dell’indice Istat dei canoni di concessione demaniale marittima per il 2023, mediando l’indice FOI con altro non previsto dalla legge”. Ad affermarlo dichiara il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio.
La legge stabilisce, infatti, che l’incremento dei canoni debba essere operato mediando due indici Istat, quello relativo all’indice FOI e quello dei prezzi all’ingrosso. È evidente come nel caso di specie uno di questi sia venuto meno e una fonte di analogo livello non abbia provveduto a sostituirlo.
“Le imprese portuali turistiche italiane – continua Perocchio – hanno vissuto un periodo molto difficile, che ha fatto fallire diverse aziende, nel decennio 2010-2020, a causa della crisi globale finanziaria, del conseguente crollo dei valori immobiliari e della tassa Monti e che non possono permettersi di sostenere un erroneo adeguamento Istat per il 2023 basato sui valori dei prezzi all’ingrosso, che ebbero una fiammata di breve durata, anziché sui soli prezzi al consumo.
Le motivazioni con cui il TAR Lazio aveva respinto il nostro primo ricorso, sostenendo che la giurisdizione su questa materia fosse del giudice civile, non ci sono sembrate convincenti e abbiamo ritenuto opportuno proseguire il contenzioso in sede di giustizia amministrativa. Siamo quindi lieti – conclude Perocchio – che il Consiglio di Stato abbia riscontrato un fumus boni iuris nelle nostre richieste”.