Assoviaggi chiede al Governo meno promesse e più sostegni per le adv

Le conseguenze della pandemia hanno messo a terra le adv. E il Governo, dei 500 milioni chiesti, ne ha destinati di fatto 80 spalmati su tutto il settore turistico: briciole, quindi, per le adv.
“La condizione economica in cui versano le agenzie di viaggio – sottolinea Amalio Guerra, presidente di Assoviaggi-Confesercenti Emilia Romagna – è drammatica, le prospettive di ripresa dei movimenti turistici non sono immediate e probabilmente anche quest’anno non avremo il rilancio che si auspicava. Il Governo attuale ha messo in campo solo 80 milioni circa, come ristori per tutto il settore del turismo, noi ne abbiamo chiesti 500, le cifre stanziate non sono sufficienti per sostenere le agenzie di viaggio: ci toccheranno un caffè  ed una brioche a testa, bene che vada. Con la scadenza dei termini dei voucher, inoltre, le agenzie dovranno rimborsare i clienti che ad oggi non ne hanno potuto usufruire: questo comporterà un’ulteriore esposizione economica da parte delle agenzie, perché diversi fornitori non hanno restituito gli importi pagati, in particolare alcune compagnie aeree ma anche altri fornitori. Non dobbiamo inoltre dimenticare gli impegni assunti dalle agenzie di viaggio sui finanziamenti adottati per affrontare la crisi pandemica per continuare a svolgere l’attività; non vi è stata moratoria sulle banche, di conseguenza le agenzie si sono viste costrette a pagare le rate sui finanziamenti: un ulteriore peso economico per imprese già allo stremo. Molte di queste stanno ancora aspettando i ristori promessi nel 2020, dal Governo precedente, (COVID-19- cd. Decreto Rilancio),  e sebbene si tratti di piccole entità, ci consentirebbero di pagare i servizi essenziali alla nostra sopravvivenza. Il mondo delle adv e dei TO rappresenta commercialmente l’intera filiera di tutto il mondo del turismo: non vende solo sogni ai clienti, ma fa muovere diversi comparti, a partire dai trasporti, gli hotel, le guide turistiche, i ristoranti, la cultura, i musei. Chiediamo quindi un sostegno economico immediato alle imprese che da febbraio 2020 ad oggi, ed in prospettiva fino a giugno 2022, non hanno potuto svolgere il loro lavoro con una perdita importante di fatturato; chiediamo la proroga della CIG con causale COVID (casa integrazione in deroga) sostituita ora con gli strumenti ordinari della FIS, a partire dal primo gennaio inadeguati per il nostro settore. Il nostro è un sos, una richiesta urgente di aiuto per non chiudere e per non lasciare a casa i lavoratori”, ha concluso Guerra.

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