L'accorpamento del Dipartimento del Turismo al ministero per le Attività e i Beni Culturali è un errore. "Siamo stufi di questo eterno e sfinente balletto delle competenze, iniziato nel 1993 con l'abrogazione dell'allora ministero del Turismo e dello Spettacolo e proseguito ad oltranza; siamo stanchi di questo eterno immobilismo e di un'incuria che dura da troppo tempo. Il nostro settore necessita di un approccio industriale, di interlocutori in grado di dare risposte concrete a tutte le imprese che compongono la filiera turistica che, lo ricordiamo, non sono solo quelle alberghiere ma, ad esempio, anche tour operator e agenzie di viaggi, che su circa 1milione e 100mila occupati contribuiscono con circa 36.000 addetti", denuncia il presidente di Astoi Confindustria Viaggi, Nardo Filippetti.
L'associazione solleva il problema dell'assenza di un vero Fondo di Garanzia e le lacune della normativa che regolamenta l'attività dei tour operator, inserita nell'attuale articolato del Codice del Turismo. "Stiamo inoltre partecipando ai lavori sulla revisione della Package Travel Directive (direttiva Cee 314/90) – conclude Filippaetti – che, una volta emanata dall'Ue e recepita dal nostro Paese, sostituirà l'attuale impianto del Codice".