Battifora: lascio Astoi più forte e con fondo garanzia

Tempo di bilanci per Luca Battifora, il presidente di Astoi Confindustria che domani lascia il timone dell’associazione a Nardo Filippetti, tornando a tempo pieno alla guida di Hotelplan.   

“Di sfide, o meglio preferisco dire di obiettivi – dice in un’intervista all’Ansa – ne abbiamo raggiunti diversi: penso allo ‘spesometro’ piuttosto che al lavoro estenuante fatto in Commissione europea durante la stesura della nuova normativa che andrà in vigore nel 2018 per arrivare al Fondo di Garanzia che illustreremo proprio domani all’università Bocconi di Milano. Per esigenze di sintesi – aggiunge – dico che il risultato si esplicita nel lasciare un’Astoi più forte, con più associati, in una posizione consolidata di primaria interlocutrice verso i media nazionali e verso tutte le istituzioni italiane ed estere”.    

E sullo scottante nodo delle tensioni internazionali e sugli attacchi terroristici, spiega: “I viaggiatori hanno già cambiato approccio, le persone sono consapevoli che viviamo in un mondo ‘meno sicuro’. Noi addetti ai lavori possiamo solo continuare a operare sul mercato in costante contatto e confronto con l’Unità di crisi della Farnesina, offrendo al consumatore massima informazione e tutela”.   

Parlando di mete che in questo momento sono in difficoltà, come l’Egitto o la Turchia, Battifora sottolinea anche che non ci sono destinazioni “perse”. “Un esempio? Il Mar Rosso in drammatica crisi da oltre un anno – spiega – nonostante non ci siano stati episodi oggettivi di pericolo per l’incolumità di nostri turisti, si contrappone ai flussi di domanda su Parigi e altre grandi capitali europee che hanno recuperato progressivamente i normali trend”.   

Battifora parla anche dell’Enit (“Sono fiducioso in questo nuovo board. Da quanto leggo c’è volontà di cambiamento e spero che le parole siano seguite dai fatti”) e chiude dando qualche spunto per il cammino futuro: “Abbiamo imprenditori e manager di assoluta eccellenza, potenzialità per non essere secondi a nessuno, ciò che spesso ci manca è la capacità di ‘fare sistema’ con strategie di ampio respiro nell’interesse comune. Se riuscissimo a coniugare le grandi capacità dei nostri imprenditori a politiche di sistema più organizzate ed efficienti, avremmo margini di crescita e sviluppo straordinari”.

 

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