Durante l’assemblea è stata presentata un’indagine di Fto presso gli associati, che testimonia le anomalie affrontate dagli operatori nel rapporto con i vettori aerei. Il 95,1% del campione sostiene di aver avuto disservizi legati a voli cancellati ai clienti nell’ultimo anno. Il 76,3% ha registrato disagi ai clienti per voli partiti in forte ritardo negli ultimi 12 mesi. Il 72,3% non addebita le colpe al tour operator nel momento in cui il volo cancellato faceva parte di un pacchetto, anzi ne giudica la gestione soddisfacente. Solo nel 30,5% dei casi le compagnie, in caso di cancellazione, hanno offerto riprotezione su altri vettori.
Rispetto al comportamento della compagnia aerea in caso di disservizio, due terzi delle imprese turistiche (64,6%) segnalano che il vettore si è limitato a indicare un link, lasciando al cliente o all’agenzia l’onere della riprotezione. Il 42,7% riferisce invece che la compagnia non ha offerto la scelta tra rimborso o riprotezione a fronte di un volo cancellato. Nel 18,3% dei casi, addirittura il vettore ha rifiutato il rimborso dei costi di trasferimento da e per l’aeroporto quando il cliente ha acquistato a proprie spese un pernottamento. Il 36,6% delle agenzie ha poi fatto ricorso a un legale per far valere i diritti dei passeggeri o recuperare le somme anticipate dall’agenzia.
Ma quali vettori hanno dato più problemi agli operatori Fto? Nella survey spicca naturalmente Ryanair con segnalazioni per il 68,3% del campione, seguita da Easyjet con il 40,2% e WizzAir con il 34,1%. Infine, il 64,6% ritiene che le compagnie low cost rispettino la normativa di tutela dei passeggeri meno di quelle di linea e addirittura il 92,7% delle agenzie di viaggi pensa che la situazione, soprattutto con le low cost, sia peggiorata dopo la pandemia. E allora le imprese di settore fanno da sole: il 78% offre in proprio un servizio di assistenza ai clienti che prevede la compensazione pecuniaria in caso di ritardo dei voli oltre le tre ore.
“Oggi – ha detto Franco Gattinoni, presidente FTO – chiediamo che in particolare il Turismo organizzato riceva sempre la giusta considerazione: in tal senso non possiamo accettare il perpetuarsi del comportamento delle compagnie aeree, soprattutto delle low cost, che non collaborano con il resto della filiera, tengono in ostaggio tratte o interi aeroporti cambiando di continuo e senza preavviso la programmazione dei voli, oltre a praticare dei prezzi ormai alle stelle, per cui non le chiamerei più ‘low cost’ ma solo ‘low service’. Siamo dunque pronti a sederci a un tavolo con tutti gli attori coinvolti per ripensare la strategia complessiva di gestione del trasporto aereo. Inoltre, stiamo lavorando pancia a terra sul fronte della formazione, del reclutamento e del recupero di attrattività del settore. Noi viviamo di persone e ci servono nuove risorse, soprattutto giovani: i nostri dipendenti vanno pagati di più e in tal senso sarebbe utile che il governo immaginasse una riduzione del cuneo fiscale e contributivo a beneficio delle imprese e delle buste paga nel comparto. Affronteremo a breve il rinnovo del contratto che andrebbe adeguato ai tempi, a cominciare da tutto ciò che lo smart working e la rivoluzione tecnologica comportano. Il turismo organizzato è comunque pronto a fare la sua parte, da protagonista, per il pieno rilancio dell’economia italiana”, ha concluso.