Crisi negli agriturismi in zone sisma: ora si spera nella Pasqua

Non si ferma l’emorragia di turisti nelle strutture verdi di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio dopo i danni subiti dal sisma. L’effetto suggestione generato attorno al sisma ha bloccato i turisti, nonostante la maggior parte delle 3.852 aziende agrituristiche presenti nelle quattro regioni si trova in aree lontane dal cratere, in cui sono rispettate tutte le norme di staticità e sicurezza.

Il conto si traduce in una perdita secca già quantificata in 33 milioni d’euro di mancati incassi. A rilevarlo l’Associazione ‘Turismo Verde’ della Cia-Agricoltori Italiani che rilancia l’appello degli operatori iscritti a promuovere il soggiorno in campagna per le prossime festività in calendario. Per Turismo Verde-Cia, “la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche”.

L’organizzazione chiede alle Istituzioni di promuovere al più presto una campagna per rilanciare il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o ‘sconti famiglia’. Ad oggi, secondo dati dell’Ufficio studi della Cia, la crisi permane drammatica: le 2.450 strutture agrituristiche nelle Province colpite dal terremoto registrano il ‘quasi vuoto’ di prenotazioni. Ancora più grave la perdita economica per gli agriturismi che si trovano all’interno del cratere del sisma: 655 aziende che, tra danni e assenza di fatturato, hanno già visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi.

Mentre “con più di un miliardo di euro di fatturato medio annuo (circa 45 mila euro per azienda) il movimento agrituristico in Italia -evidenzia Turismo Verde della Cia- è un fenomeno in costante crescita dal 1985 (anno in cui venne riconosciuto per legge) e negli ultimi dieci anni è cresciuto del 55%”.

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