“Prevedere il coprifuoco di fatto per tutto il mese di giugno vuol dire perdere ancora un mese di lavoro per il settore turistico, peraltro uno dei mesi più importanti che vale circa 11,7 mld di euro di fatturato con 24,8milioni di presenze italiane e 29,5 milioni di stranieri”. Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, non sembra per niente soddisfatta delle decisioni prese dall’ultimo consiglio dei ministri.
“Da un lato stiamo correndo con il green pass per tornare ad accogliere il turismo internazionale – sottolinea – dall’altro prevediamo di avere ancora per tutto il mese di giugno il coprifuoco. Una misura che allontana ancora una volta il ritorno dei turisti in particolare di quelli stranieri. Se per un italiano il coprifuoco è certamente cosa sgradita per un turista straniero è un vincolo difficilissimo da gestire che condiziona gli spostamenti attraverso il paese, gli orari e le scelte della giornata. Ci dicono che poi forse questa data sarà anticipata, che verrà meno se una regione diventa bianca… ma vogliamo immaginare un turista straniero che si sta spostando da un posto all’altro dell’Italia che deve conoscere i confini amministrativi per sapere se può tornare in albergo alle due o a mezzanotte? Informazioni difficili da spiegare, incertezze che frenano il mercato, dubbi su quale sarà l’Italia dei mesi a seguire. Intanto abbiamo perso le prenotazioni di giugno e rischiamo anche su luglio ed agosto, rispetto ad altri paesi concorrenti che hanno già regole certe e no coprifuoco.
C’è poi un altro tema che ci lascia sconcertati – aggiunge – ovvero quello delle piscine al chiuso che pure nel settore alberghiero possono essere gestite con grande rigore e per le quali non si vede il motivo di un’ulteriore attesa peraltro fino al mese di luglio. Nelle nostre strutture non c’è l’utilizzo degli spogliatoi, i nostri ospiti utilizzano le proprie camere, ricambio dell’aria, sanificazioni, possono essere garantiti per la massima sicurezza degli ospiti, così come gli accessi che sono controllati e contingentati e possono essere vincolati alla presentazione del certificato vaccinale o di un tampone negativo. Le nostre strutture sono organizzate e sicure, fateci ripartire non possiamo perdere ancora altro tempo. Sono troppe le realtà che rischiano di non sopravvivere”, conclude Colaiacovo.