"Una appropriata tutela e valorizzazione delle aree di pregio architettonico, archeologico, ambientale e storico può ben convivere con il commercio su aree pubbliche, basta trovare il modo migliore e più utile senza ricorrere a divieti generalizzati. Non si può far pagare il degrado complessivo dei siti e delle città imputandone i costi soltanto alle categorie economiche". E' quanto ha puntualizzato in un documento la Confcommercio nel corso di un'audizione in Commissione Cultura della Camera, dedicata all'analisi del dl 83 sulla tutela del patrimonio culturale e il rilancio del turismo.
Il provvedimento, ha sottolineato l'organizzazione, ha il merito "di porre fine a un lungo periodo di assenza pressoché totale di provvedimenti per il settore". Il rinnovato interesse per il turismo, ha sottolineato, "non può che essere salutato con favore" ma è auspicabile che l'intero processo sia caratterizzato, "oltre che dalla massima coerenza, anche dalla visione sistemica del ruolo che rivestono tutte le componenti sparse lungo la catena del valore aggiunto che crea e commercializza servizi turistici". Confcommercio, inoltre, "ritiene giusto favorire l'inserimento lavorativo in istituti e luoghi di cultura – seppure con contratti flessibili – di giovani laureati in storia dell'arte e in discipline afferenti ai beni e alle attività culturali. Ma si deve evitare l'istituzione di figure parallele a quelle operanti in regime di abilitazione".