“La lotta all’abusivismo nel settore turismo giunge ad un punto di svolta. Grazie alla presentazione di un emendamento al decreto crescita, entro 3 mesi sarà istituito un codice identificativo, che consentirà di migliorare l’offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell’erario.
L’emendamento prevede che tutte le strutture ricettive, inclusi gli immobili destinati alle locazioni brevi, vengano iscritte in una banca dati istituita presso l’Agenzia delle Entrate. Ad ogni struttura sarà assegnato un codice identificativo, che dovrà essere pubblicato obbligatoriamente in tutte le forme di comunicazione rivolte al pubblico.
Apprezziamo questa proposta – ha detto Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – e ringraziamo il ministro Centinaio per l’importante segnale di attenzione verso il settore. Strumenti analoghi sono stati introdotti con buoni risultati in tutto il mondo – ha proseguito Bocca – e confidiamo che anche in Italia contribuiscano alla bonifica del mercato, in favore di tutte le strutture, di tutti i generi, che operano nel rispetto delle regole, per una concorrenza sana, trasparente e leale.
Questa proposta – ha concluso costituisce il primo passo di un percorso strategico, che deve proseguire introducendo un set minimo di norme di tutela del turista, in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi, etc. che Federalberghi ha chiesto di adottare in occasione della recente audizione parlamentare sul disegno di legge delega sul turismo”.
Federalberghi, con l’assistenza tecnica di due istituti di ricerca, l’italiano Incipit e la statunitense Inside Airbnb, monitora costantemente il mercato degli affitti brevi. Il fenomeno è in continua espansione e non si è arrestato neanche dopo l’arrivo della legge che assegna ai portali il compito di trattenere alla fonte e versare allo Stato il 21% del prezzo pagato dai turisti. Nei due anni successivi all’entrata in vigore della legge, il numero di annunci su Airbnb Italia è praticamente raddoppiato, passando da 214.483 ad aprile 2017 a 421.086 ad aprile 2019 (+96,33%). Le prime città per numero di annunci sono Roma (con 30.037 annunci), Milano (20.344) e Firenze (11.557). La regione con più annunci è la Toscana (61.529), seguita da Sicilia (53.886) e Lombardia (43.627).
Anche Confindustria Alberghi si unisce al coro di approvazione per i nuovi emendamenti annunciati dal ministro Gian Marco Centinaio relativi ai codici di identificazione.
“Un nuovo tassello che si aggiunge, dopo l’intervento sul Decreto Sicurezza, nella lotta all’abusivismo è stato inserito tra gli emendamenti al DL Crescita. Da molto tempo gli operatori del nostro settore richiedono un intervento specifico a livello nazionale da ultimo l’Audizione di Confindustria Alberghi, lo scorso 13 maggio, al DdL recante Delega al Governo in materia di Turismo.
Il codice identificativo e l’iscrizione a una banca dati presso l’Agenzia delle Entrate per gli affitti brevi – così come anche dichiarato dal ministro Centinaio – consentirà di evitare eventuali evasioni fiscali o elusioni.
In quest’ottica – si legge in una nota di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – l’adozione di un codice identificativo unico sarà uno strumento di particolare importanza poiché consentirà di monitorare l’attività delle piattaforme digitali tutelando, tra l’altro, anche il cliente consumatore interessato ad un soggiorno presso un alloggio che non sia direttamente riconducibile all’offerta alberghiera.
L’attenzione delle Istituzioni al turismo evidenzia quanto si stia lavorando per consentire ai tanti attori presenti di operare in un’ottica di assoluta e sana concorrenza evitando distorsioni del mercato nel rispetto di quanto già applicato alle imprese alberghiere sul fronte dei controlli e obblighi fiscali”.
Perplessità, invece, sono state espresse da Confedilizia per bocca del proprio presidente, Giorgio Spaziani Testa. “L’emendamento al decreto crescita in materia di affitti brevi desta forti perplessità. In esso si prevede, fra l’altro, che presso il Ministero dell’agricoltura e del turismo sia istituita una banca dati delle strutture ricettive ‘nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi’, che dovrebbero dotarsi di un apposito ‘codice identificativo’ – ha detto Spaziani Testa – Dato che in Italia non esiste la categoria degli ‘immobili destinati alle locazioni brevi’, la norma impone di fatto un ennesimo adempimento a carico di circa 32 milioni di abitazioni. Poiché non riteniamo che il Governo abbia queste intenzioni, auspichiamo che possa rimettere mano al testo presentato. Se l’obiettivo è quello di accrescere il controllo sulle locazioni brevi, ricordiamo anzitutto che – per effetto del decreto Salvini in materia di sicurezza – coloro che locano (o sublocano) un immobile anche per un solo giorno, sono tenuti, entro 24 ore, a dare comunicazione dei dati degli ospiti alle Questure, pena l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro. Adempimenti e sanzioni, insomma, sono già molti e rilevanti. Dovrebbero, anzi, essere semplificati e armonizzati. Ma per far questo bisognerebbe smetterla di guardare agli affitti brevi con sospetto e coglierne invece le mille implicazioni positive per l’economia italiana, compresa la rinascita dei nostri borghi abbandonati (oltre a rappresentare un aiuto per i proprietari gravati dalla patrimoniale Imu/Tasi da 21 miliardi di euro l’anno)”.