Confindustria Alberghi: nel 2023 presenze a +12%, Italia meglio dei competitor

Nell’anno appena trascorso gli alberghi in Italia hanno registrato un 12% di presenze in più rispetto al 2022. “Un dato ancora più importante se confrontato con la media europea che si è fermata all’8%. Un segnale per il settore alberghiero che tiene, anche rispetto ad altre tipologie di ricettivo”, ha commentato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

Il 2023, il primo anno del dopo pandemia, si è chiuso positivamente confermando un trend in crescita se pure su valori più contenuti rispetto ai primi mesi post covid in cui la reazione alla lunga limitazione di viaggi e spostamenti, era stata “esplosiva”. Una crescita comunque costante al netto di una leggera flessione su luglio e agosto. Un risultato che conforta e che fa ben sperare anche per il 2024. È ancora il turismo internazionale a tirare, con presenze per tutto l’arco dell’anno. Numeri importanti che superano anche i livelli pre-pandemia.

Una conferma arriva anche dal confronto vincente con i principali Paesi competitor. La media europea – calcolata da STR leader mondiale nell’analisi di dati e informazioni del mercato alberghiero – nello stesso periodo è dell’8% ma, il raffronto diretto tra le nostre principali città e le capitali internazionali è ancora più netto. Milano e Roma hanno ottenuto rispettivamente +13 e +10%, ancora di più rilevante il dato di Firenze con un 14%, tanto più nel confronto con il +9% di Londra e il +4% di Parigi.

“I buoni risultati raggiunti – aggiunge Colaiacovo – confermano l’innegabile attrattività delle nostre destinazioni specie agli occhi dei turisti stranieri e l’attenzione verso l’offerta alberghiera che si conferma tra le soluzioni preferite dai viaggiatori internazionali. Ma non possiamo dare per scontato il risultato per i prossimi anni. Il settore ha davanti sfide complesse in un quadro di competitività internazionale sempre più serrato. Sostenibilità, territorio, distribuzione dei flussi e valorizzazione delle aree interne. Ma anche l’impatto dell’intelligenza artificiale sul settore e in particolare sull’intermediazione. Siamo di fronte ancora una volta a una veloce trasformazione che offre nuove opportunità, ma apre anche il fronte a nuovi rischi. Il nostro ruolo come operatori e ancora di più come rappresentanza associativa, si va facendo sempre più complesso, ma nel contempo sempre più fondamentale per capire, interpretare, anticipare le trasformazioni di un settore sempre più dinamico e globale”, conclude la presidente.

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