Confindustria Nautica, adeguare porti alle esigenze di operatori

“Il tema dei chilometri di costa e anche del coefficiente di penetrazione dei nostri porti turistici rispetto ai chilometri di costa disponibili in Italia ci vede sicuramente leader. Quindi è necessario che anche le infrastrutture portuali vengano adeguate alle esigenze degli operatori del settore”. Lo ha detto Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica, a margine della presentazione a Milano dello studio di Confindustria nautica e Deloitte ‘The state of the art of the global yachting market’.

Per Stella “i porti turistici e il turismo nautico sono un driver importante di sviluppo strategico della nostra industria del turismo e della nostra industria in generale del Pil del nostro Paese”. “Sicuramente nell’ambito del ddl blue economy”, ovvero la legge quadro sulla blue economy anticipata dal ministro Adolfo Urso “abbiamo rimarcato quelli che sono i provvedimenti essenziali, dai dragaggi, dalla possibilità di poter dragare i porti turistici, alla possibilità di poter destinare alle strutture portuali turistiche anche le aree dismesse dei porti commerciali, alle necessità di porti a secco per agevolare gli scivoli e per agevolare lo sviluppo della piccola nautica” perché secondo la numero uno di Confindustria Nautica “è dallo sviluppo della piccola nautica che poi si sviluppa tutto il settore industriale. Ma anche la non applicazione della direttiva Bolkestein per i porti turistici”.

Dal report emerge che il mercato globale della nautica continua a crescere e, nell’ultimo anno disponibile, è arrivato a toccare quota 33 miliardi, di cui oltre 25 miliardi solo per i superyacht. Trend in espansione anche per la cantieristica nautica italiana che, con un giro d’affari da 4,4 miliardi di euro, registra un +20% rispetto all’anno precedente. Anche nel caso italiano una quota significativa, pari al 70%, è generata dai cantieri attivi nella produzione dei superyacht, su cui l’Italia è leader mondiale indiscusso con una quota di mercato pari al 54% in termini di volume e al 31% in termini di valore del portafoglio ordini.

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