Federalberghi: fondo perduto anche per hotel e terme nel decreto ristori

“Gli alberghi subiranno grandi danni, anche se non c’è un ordine di chiusura specifico. Sono aperti ma, nei fatti, vengono chiusi i clienti (frontiere chiuse, viaggi sconsigliati, eventi sospesi, spettacoli annullati, cerimonie vietate, smart-working a gogo, etc.)”. Lo dichiara Federalberghi “confidando che le misure di ristoro vengano in soccorso di tutte le imprese che subiscono gli effetti del dpcm. Le misure, perché siano eque, devono essere basate sulla effettiva perdita di fatturato e non sul codice Ateco”.

“Gli albergatori sono con il fiato sospeso – sottolinea il presidente Bernabò Bocca – in attesa del Consiglio dei ministri che oggi dovrà approvare il “decreto ristori”. Comprendiamo le sofferenze e il grido di dolore lanciato dalle altre componenti della filiera turistica, con le quali condividiamo un’amara sorte. Ma non potremmo comprendere un trattamento discriminatorio che finirebbe con il penalizzare la categoria che più di tutte ha subito le conseguenze dei provvedimenti restrittivi, che hanno via via ristretto tutti i flussi turistici, con blocchi alle frontiere, viaggi sconsigliati, trasporti pubblici ridotti, eventi annullati e chi più ne ha più ne metta. Sia pur in assenza di un ordine di chiusura, ci sono alberghi fermi dal mese di marzo. E molti di coloro che a giugno o a settembre hanno provato a riaprire si sono dovuti arrendere. Ci auguriamo pertanto che le indiscrezioni circolate ieri sera risultino infondate e chiediamo che il Consiglio dei ministri includa a pieno titolo le imprese turistico ricettive e termali tra i destinatari del contributo a fondo perduto”.

 

 

 

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