Solamente gli stabilimenti balneari continuano a pagare l’Iva al 22%, dopo che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che anche per marine, porti turistici e attività di ormeggio, si applica l’Iva agevolata al 10%.
“Siamo felici che i nostri colleghi dei porti abbiano raggiunto questo importante obiettivo, ma allo stesso tempo dobbiamo constatare che ad oggi, nel comparto del turismo, gli imprenditori balneari sono gli unici a dover pagare l’Iva al 22% con un aggravio, che purtroppo ricade come sempre sul portafoglio dei consumatori finali e dei turisti” considera Marco Maurelli, Presidente di Federbalneari Italia, anche perché l’IVA media sui servizi turistici in UE è’ pari al 5,5% in media. Indispensabile un tavolo di confronto urgente al governo sul tema e per essere maggiormente competitivi nel Mercato turistico, necessario valutare la modifica di una norma che pesa in termini economici sul consumatore finale per 12 punti percentuali. Sarebbe un risparmio importante per moltissime famiglie italiane ed un allineamento all’intero comparto del turismo Made in Italy. Ci aspettiamo un segnale dal Governo.’