"Il Governo non si sconfessi da solo: rispetti gli impegni presi con il Parlamento e cancelli un provvedimento che, di fatto, regala alla lobby dei tour operator dell'Ue un settore culturale che, con il suo indotto economico, vale oltre 600milioni di euro l'anno e dà lavoro a 40mila addetti specializzati, il 90% dei quali laureati. E nel frattempo proroghi la legislazione vigente fino al varo di una legge di riordino complessivo del settore, per scongiurare una grave e inaccettabile confusione normativa proprio in uno dei momenti di maggior afflusso turistico". E' questo l'appello che Federagit ha rivolto al ministro dei Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray dopo che lo scorso 31 luglio la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la Legge Europea 2013 (A.C. 1327).
Ina legge contro cui Federagit aveva espresso forte dissenso durante tutto l'iter legislativo in particolare su quanto disposto dall'art. 3 che prevede che guide turistiche abilitate in altri Paesi membri "possano illustrare l'immenso Patrimonio culturale italiano, con le sue diversità territoriali, senza competenze certificate, con il serio rischio di raccontare ai turisti i luoghi comuni dell'immaginario europeo sull'Italia".
Inoltre, la mancanza di norme transitorie rischia di gettare nel caos il settore proprio in uno dei periodi di massima attività. Per questo Federagit chiede a Bray che "il Governo mantenga gli impegni presi con il Parlamento e approvi con la massima urgenza un provvedimento nel quale si stabilisca una proroga delle norme attualmente in vigore fino all'approvazione di una Legge di riordino della professione di guida. L'esecutivo – scrivono le guide – risponda alla procedura di pre-infrazione erroneamente aperta dalla Commissione Europea, e rivendichi la ‘specificità culturale italiana".