Iata, altri 3,7 milioni di dollari per sicurezza in Africa

Nel continente incidenti 6 volte superiore alla media globale

Iata lancia un programma per intensificare e migliorare la sicurezza dell’aviazione in Africa. Lo ha annunciato il direttore generale e ad della Iata, Giovanni Bisignani, nel convegno "Aviation Days for Africa" della Iata in corso a Lagos, in Nigeria.
“La sicurezza in Africa è migliorata – spiega Bisignani – ma il tasso di incidenti è ancora quasi sei volte superiore alla media globale”.
Il Programma di implementazione per operazioni sicure in Africa (Safe Operations in Africa-Ipsoa) è “un programma da 3,7 milioni di dollari – chiarisce Bisignani – che si aggiunge ai 5,4 milioni che ci siamo già impegnati ad investire per aumentare la sicurezza in questa regione”. Per la Iata ci sono altre tre aree-chiave per aumentare la sicurezza in Africa: certificazione, infrastrutture e professionalità.
Tra le 193 compagnie aeree presenti nel Registro della Certificazione di Sicurezza Operativa della Iata (Iosa) ci sono venti vettori africani. A meno di otto mesi dal termine del 31 dicembre fissato per conseguire la registrazione alla Iosa, 15 membri Iata dell’Africa hanno ancora accertamenti in sospeso.
Per quel che riguarda le infrastrutture, Bisignani ha spiegato che “in molte parti dell’Africa gli investimenti per le infrastrutture sono insufficienti e non adeguati agli standard internazionali. La mancanza di trasparenza è una questione cruciale che comporta il costo di vite umane. Per questo la Iata incoraggia la creazione di speciali meccanismi di investimento per le infrastrutture per garantire che il denaro che le compagnie aeree versano attraverso gli oneri aeroportuali rimanga nel settore aereo”. Infine a proposito della carenza di professionalità, Bisignani ha affermato che “le compagnie aeree si trovano a competere in un mercato globale che registra una carenza di personale specializzato. Per far fronte alla domanda prevista per il 2026, dobbiamo formare 19.000 piloti all’anno. Con una disponibilità pari a 16.000, la carenza entro il 2026 sarebbe pari a 54.000 piloti. Pertanto dobbiamo estendere il bacino dei candidati qualificati senza compromettere la sicurezza”.
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