Nessun stop in adv per l’Egitto ma prenotazioni sono in calo

Il disastro aereo dei giorni scorsi sul Sinai non ha fermato le partenze degli italiani verso il Mar Rosso, anche se i tour operator registrano un calo di circa il 20% nella richiesta di prenotazioni.

“Ad oggi – spiega – sono circa mille i connazionali che stanno trascorrendo una vacanza all’interno di uno dei resort di Sharm e la destinazione, se la Farnesina non ci dà indicazioni contrarie, rimane assolutamente attiva. Anche l’Enac ha confermato l’operatività dello scalo di Sharm. In questi giorni abbiamo veramente avuto poche disdette e qualche telefonata di chiarimento. Certo, in questo momento registriamo, anche sull’onda emotiva dei drammatici eventi recenti, una flessione di circa il 20% della domanda delle prenotazioni, ma comunque è ancora troppo presto per tracciare un bilancio o registrare comportamenti di eccessiva prudenza e allarmismo”.   

Secondo Vincenzo Schiavo, vice presidente Assoviaggi, i problemi della destinazione non sono recenti e non sono legati soltanto agli ultimi fatti. “Un tempo dall’Italia partivano tra gli 800 e 900 mila visitatori l’anno per l’Egitto mentre quest’anno saranno solo 80 mila. Dalla Germania ne arrivavano circa 1,5 milioni, ormai ridotti a più o meno 60 mila. Sul turismo egiziano gli effetti sono stati inevitabili, e sono sempre di più le imprese locali in grande difficoltà: dopotutto, è difficile mantenere un albergo di 500 camere se non riesci a riempirne il 10%”.

Secondo Schiavo il problema turistico egiziano non è solo interno, ma si riverbera anche all’esterno. “In seguito alla crisi egiziana – sottolinea – sono fallite agenzie di viaggio e tour operator in tutto il mondo, soprattutto in Europa. Nel nostro continente hanno pagato il conto anche molte compagnie aeree, che lavoravano molto – o quasi esclusivamente – con l’Egitto”.    

Schiavo parla anche delle disdette avute in questi giorni e anche in vista di Natale nelle agenzie: “Il fatto che la Farnesina non abbia emesso lo sconsiglio non vuol dire che le persone decidano di andare lo stesso in posti ritenuti poco sicuri”. 

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