L’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares (AICALF) composta da Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, esprime tutta la propria delusione per il testo licenziato in prima lettura alla Camera, all’interno del quale non è stata prevista alcuna forma di supporto ai vettori low cost.
L’Associazione sottolinea come la formulazione dell’articolo 203, che non ha subito alcuna modifica, contenga una disciplina che va in direzione diametralmente opposta a quella di sostenere il trasporto aereo in Italia e tutti i lavoratori del comparto. L’Associazione, nel confronto aperto nelle scorse settimane con la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, aveva avanzato due proposte: la possibilità di estendere l’utilizzo del Fondo di ristoro per il trasporto aereo a tutti i vettori con licenza europea stabiliti in Italia e garantire il pieno riconoscimento della validità dei contratti aziendali già stipulati dai vettori aerei con le organizzazioni sindacali più rappresentative: entrambe le richieste sono state totalmente ignorate.
“Ci auguriamo che l’esecutivo intervenga al più presto per invertire la rotta segnata dall’attuale testo del Decreto Rilancio – ha commentato Matteo Castioni, presidente di AICALF – Adottando misure protezionistiche, in contrasto anche con le indicazioni della Commissione Europea sugli aiuti di stato, il Governo sta facendo una vera e propria discriminazione di alcune imprese con sede nel territorio dell’UE rispetto ad altre, senza comprendere fino in fondo che le conseguenze di queste decisioni non si ripercuoteranno solo su alcune compagnie aeree ma su tutto il settore, sulla libertà di movimento dei cittadini e sull’economia dei territori finora serviti dalle compagnie low cost. Solo un mercato competitivo sano può creare le condizioni per proteggere anche gli interessi dei dipendenti delle compagnie aeree, dell’industria aeronautica nel suo complesso e dei passeggeri: è chiaro a tutti che, se il livello di concorrenzialità dovesse diminuire, i prezzi medi sarebbero destinati ad aumentare, con una inevitabile contrazione dei flussi, dato anche il contesto di crisi complessivo”.