Ognissanti, 200 mila italiani in meno in viaggio

Confesercenti: “Sempre più urgenti misure per allungare la stagionalità”

Per il ponte di Ognissanti saranno duecentomila in meno rispetto all’anno scorso gli italiani che trascorreranno un breve soggiorno fuori dalle mura di casa. In partenza solo due milioni e 600 mila italiani. In base ai sondaggi compiuti dalla Confesercenti presso un campione delle strutture alberghiere e agenzie di viaggio aderenti all’associazione, la flessione sconta, rispetto al “ponte” del 2006, un giorno in meno ma finisce comunque per influire negativamente sul flusso turistico di un mese come novembre che già registra il minor numero di partenze nell’anno.
Dalle previsioni raccolte fra le strutture alberghiere la riduzione delle presenze dovrebbe aggirarsi attorno al 5% con alcune punte di pessimismo che prevedono una caduta del 20% .
Che ci sarà una contrazione lo sostiene – secondo i dati raccolti – il 45% degli albergatori contattati, mentre il 20% ritiene che non ci saranno sostanziali variazioni. Di contro un 35% non rinuncia a scommettere su un aumento delle presenze. Previsioni non meno rosee fra le agenzie di viaggio che indicano un possibile calo del 7%. E la riduzione sembra riguardare più gli italiani che gli stranieri.
Le capitali europee risultano essere le mete preferite, in linea con quanto è avvenuto nel 2006, ma sempre maggior successo riscuotono le strutture agrituristiche.
“L’obiettivo di destagionalizzare il turismo italiano deve diventare prioritario ed urgente – afferma Marco Venturi, presidente di Confesercenti – l’Italia ha una stagionalità ormai troppo concentrata rispetto ai suoi competitori. Già in estate abbiamo riscontrato una forte polarizzazione del turismo nei soli mesi di luglio e agosto a scapito del resto dell’anno. Oggi arrivano queste previsioni non confortanti. Occorre mettere in campo più risorse e più iniziative che vanno dalla migliore valorizzazione delle nostre tradizioni culturali e paesaggistiche, ad una più prolungata apertura delle strutture alberghiere, a nuovi servizi, a efficaci promozioni del prodotto Italia. Governo, enti locali ed associazioni – conclude – stringano un patto di azione in questa direzione prima che il nostro turismo riduca la sua capacità di produrre ricchezza e lavoro e scivoli ancora nella graduatoria mondiale”.
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