3 italiani su 4 hanno scelto di visitare i piccoli borghi in estate

Quasi tre italiani su quattro, circa il 72%, hanno scelto questa estate di visitare uno dei circa 5.500 piccoli borghi presenti in Italia che offrono “un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali”. E’ quanto rende noto Coldiretti sulla base del bilancio Coldiretti/Ixe’ in occasione del XV Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia a Lucignano (Arezzo).

Le aree rurali sono scelte sia come meta turistica vera e propria – sottolinea Coldiretti – sia come destinazione di gite spinte peraltro dal caldo mese di settembre. Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni in Italia: i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con ampi margini di accoglienza residenziale. A garantirla – rileva Coldiretti – una rete composta dalle 25.400 aziende agrituristiche, in grado di offrire un potenziale di più di 294mila posti letto e 532mila coperti per il ristoro. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi, ma aumenta anche l’offerta di servizi innovativi per sportivi e ambientalisti, oltre ad attività culturali.

“La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale – afferma Ettore Prandini, presidente nazionale Borghi più belli d’Italia – il paesaggio delle aree interne è fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico”.
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali, precisa Prandini, nasce proprio nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole.

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