Chiusi Colosseo e Foro per assemblea, l’ira di Franceschini

Lunghe file e turisti delusi questa mattina davanti al Colosseo, chiuso dalle 8 alle 11, così come gli siti archeologici più importanti della Capitale: Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica, a causa di un’assemblea sindacale. Agli ingressi sono stati esposti alcuni cartelli in italiano e inglese in cui si spiegava il motivo della chiusura del monumento simbolo della Capitale.

Duro il commento del ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini che annuncia che oggi, in Consiglio dei Ministri, d’accordo con il premier Matteo Renzi, proporrà di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali. “La misura è colma. Ora basta. Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo. Il buonsenso nell’applicare regole e nell’esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese.

Parole dure anche da parte del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: “Non è la prima volta che, per motivi sindacali, dinanzi ai siti archeologici di maggior richiamo del nostro paese quali Colosseo e Fori, si fanno trovare le porte chiuse senza preavviso a code di visitatori provenienti da tutto il mondo per conoscere l’Italia. Ci vuole un codice che rispetti di più i nostri turisti. Non è pensabile che ci si possa trovare ancora di fronte a simili disagi. Invece che una gradevole fruizione delle bellezze storiche, abbiamo regalato ai visitatori una mattinata di caos. Come ho già avuto modo di sottolineare, è incalcolabile il danno di immagine che simili disagi provocano all’Italia”.

“Sono dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l’assemblea” ha invece detto il soprintendente di Roma Francesco Prosperetti. “Tutto si è svolto regolarmente – spiega – l’assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è il Mibact”.

Intanto i sindacati non sembrano farsi intimorire dalla parole di Franceschini. “La vertenza sui beni culturali potrebbe portare ad uno sciopero nazionale e le dichiarazioni odierne del ministro Franceschini certo non aiutano. Cgil,Cisl e Uil hanno già avviato le procedure previste dalle legge”, annuncia Claudio Meloni, coordinatore nazionale Cgil per il Mibact.

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