Corte Europea: Getty renda all’Italia il bronzo di Lisippo

Continua la vicenda giudiziaria che vede contrapposte l’Italia e la Fondazione Getty, creata a suo tempo dal magnate del petrolio John Paul Getty per collezionare opere d’arte provenienti da tutto il mondo. La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che l’Atleta di Fano, statua bronzea attribuita a Lisippo, appartiene al ‘patrimonio culturale italiano’ e che, nell’acquistarla, la Fondazione si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede”, poiché sapeva che l’Italia, già nel 1977, stava cercando di riportarla in patria.

Il ricorso – per contestare l’istanza di sequestro emessa nel 2010 – è stato presentato dalla stessa Getty e dunque rappresenta una vittoria per Roma. La statua venne trovata nel 1964 al largo delle Marche da un peschereccio italiano e ben presto trafugata grazie a una serie di compravendite che ha generato, negli anni, diversi processi (tutti assolti). L’Atleta, dopo essere stato portato nella casa dell’armatore, fu prima interrato in un campo di cavoli, poi venduto a un imprenditore di Gubbio, nascosto in una canonica col benestare del parroco (denunciato per questo dalla perpetua), ceduto a un antiquario milanese, ‘girato’ a un commerciante di Monaco, parcheggiato in Gran Bretagna e finalmente acquistato dalla Fondazione Getty nel 1977 per quasi 4 milioni di dollari. Nel 1978 la statua sbarcò negli Stati Uniti e venne portata a Malibu, dove si trova attualmente, parte della collezione del Villa Getty Museum. L’Italia però ha tentato in ogni modo di bloccare l’esportazione dell’Atleta, prima, e di assicurarne la restituzione, poi.

L’epopea giudiziaria è servita in parte proprio per stabilire la giurisdizione di Roma, dato che il luogo preciso del ritrovamento non è mai stato chiarito. La Getty ha contestato le ricostruzioni degli inquirenti e ha sempre sostenuto di aver condotto dei controlli per stabilire la provenienza del prezioso reperto. La restituzione dell’Atleta di Fano “è una questione su cui abbiamo lavorato in maniera serrata”, ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Da quando sono ministro oltre 100 opere sono state restituite dagli Usa e altrettante dalla Gran Bretagna; inoltre ho fatto una circolare con la quale abbiamo stabilito che non si faranno più prestiti ai musei che hanno contenziosi con l’Italia”, ha aggiunto.

I giudici di Strasburgo hanno anche sottolineato che diversi strumenti internazionali evidenziano l’importanza di proteggere i beni culturali dall’esportazione illecita, in particolare la convenzione dell’Unesco del 1970. Gli Stati Uniti ne sono firmatari, ma non sono membri della Corte Europea dei Diritti Umani, che è un’emanazione del Consiglio d’Europa. La controversia tra l’Italia e il Getty ha origini lontane. Già nell’agosto del 2007 il museo e l’Italia avevano annunciato un accordo per la restituzione di 42 opere antiche che, secondo Roma, erano state rubate e poi esportate illegalmente. Ma l’Atleta di Fano non era tra queste. Il braccio di ferro (o meglio, di bronzo) continua.

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