Assunzioni di personale tecnico scientifico per la tutela, il riconoscimento delle professioni legate ai beni culturali; e il pagamento, da parte del Mibac, dei debiti contratti con le imprese. Sono alcune delle proposte avanzate dalla Confederazione Italiana Archeologi al neo ministro Massimo Bray alla vigilia della presentazione delle linee programmatiche del suo mandato, in programma oggi davanti alle commissioni Cultura riunite di Camera e Senato.
"Sappiamo che non sono tutte riforme a costo zero – sottolineano gli archeologi – ma crediamo che mai come in questo momento un investimento pubblico nella cultura come sistema possa servire a tirare il nostro settore, e con esso il Paese che di cultura vive, fuori dalle secche della stagnazione economica".
Da qui i sette suggerimenti: nuova politica di immissione di personale tecnico scientifico in quei settori del Ministero attualmente sotto organico, che garantisca un'efficace azione di tutela e conservazione del patrimonio culturale italiano; istituzione di un tavolo Stato-Regioni- Enti locali per il sostegno e l'incentivazione alla nascita e al rilancio di piccole imprese culturali operanti nella rete dei musei e aree civiche e regionali, veri e propri avamposti territoriali del sistema integrato di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale del Paese; ratifica della Convenzione di Malta del 1992 e inserimento delle norme in essa contenute nei piani paesaggistici regionali e nei piani regolatori delle città metropolitane e dei centri urbani; riconoscimento delle professioni afferenti a Beni Culturali con l'immissione di esse all'interno del Codice dei Beni Culturali; soluzione dei debiti contratti da parte del Mibac nei confronti delle imprese; sgravi fiscali a micro, piccole e medie imprese culturali, con forti incentivi all'imprenditoria giovanile e di innovazione; ripristino immediato dei fondi per il sistema Opac, strumento indispensabile per la ricerca nel settore della cultura.