Poli museali cittadini che mettano insieme strutture dello Stato, musei pubblici e privati, per offrire ai turisti, anche quelli nostrani, un’accoglienza degna con orari d’apertura uguali per tutti e magari un solo biglietto. Ma anche strategie unitarie per l’uso dei fondi europei e per promuovere all’estero il sistema paese. Per rilanciare cultura e turismo il ministro Dario Franceschini chiama a raccolta i Comuni, tutti insieme in un fronte unico sancito da un protocollo d’intesa dal quale nascerà un tavolo permanente con tanti ambiziosi obiettivi.
Il contesto è l’assemblea nazionale degli assessori, convocata a Roma dall’Associazione dei comuni. Franceschini interviene alla fine. La premessa è per le risorse, che sono sempre di meno, e per i meriti dei comuni che in questi anni hanno tenuto la luce accesa sulla cultura a dispetto della crisi e dei tagli imposti dai governi. Il ministro cita il suo passato da assessore, ricorda che anche il premier Renzi è stato sindaco, quindi si ferma sulle riforme avviate, per spiegarle e rispondere alle critiche: “Ricevo lettere e petizioni, ma forse chi mi scrive e chi commenta non ha letto i testi – dice – io voglio valorizzare il sistema delle soprintendenze, non le smonto. Autonomia gestionale dei musei non vuol dire smontare i poli museali, lavoreremo sui poli museali cittadini, costruiremo un modello e poi lo adatteremo ad ogni piccola grande città”. Vincere la sfida di una crescita legata a cultura e turismo, si può, conclude, la parola d’ordine è lavorare facendo sistema, per promuovere il sistema paese, come per aggiudicarsi i fondi europei.