Franceschini: i beni culturali sono un ministero economico

"Sono certo che ci sarà la scelta del governo Renzi di mettere la cultura al centro". Lo ha detto il neo ministro di Beni culturali e turismo Dario Franceschini che come prima uscita del suo mandato ha scelto di visitare a Roma il Museo della Liberazione di Via Tasso, il carcere nazista dove tra il settembre del 1943 e il 4 giugno del 1944 furono imprigionate, torturate e uccise oltre 1200 persone, 350 delle quali donne. "E' il posto migliore per dire che la cultura è anche memoria. E costruire il futuro significa conservare la memoria", dice spiegando il perché della sua scelta. Mentre ribadisce la convinzione che il Mibact non sia ''un ministero di serie B'', bensì un dicastero "veramente economico".
Concetto che ha ribadito anche in un'intervista al Sole 24 Ore. "I Beni culturali sono un ministero economico. Penso che il ministero della cultura sia in Italia come quello del petrolio in un Paese arabo", afferma Franceschini. "Le nostre potenzialità non sono soltanto i beni culturali come volano del turismo, settore dove c'è un enorme investimento da fare perché abbiamo perso posizioni nella graduatoria dei Paesi a maggiore vocazione turistica. La nostra – sottolinea – è anche una condizione che ci permette di attrarre investimenti: se un imprenditore deve investire nella parte alta della filiera produttiva, dove conta meno il costo del lavoro e più la capacità d'innovazione, e deve decidere dove costruire la propria azienda, se in un brutto posto o in uno bello come l'Italia, dove c'è offerta culturale, un sistema di welfare, la bellezza e la storia, sicuramente sceglie di investire qui da noi".
Intanto, stamattina Franceschini sarà alla Collegio Romano e nel pomeriggio farà lo scambio di consegne con Massimo Bray. "Questa storia come tutte le storie ha un fine. Grazie al personale del Mibact e ai cittadini che, come me, ci hanno messo cuore e passione" ha scritto l'ormai ex ministro su twitter, dicendo addio al governo sul social che lo ha sostenuto fino all'ultimo. Sarà anche perché il bilancio del suo mandato può dirsi positivo. Bray ha lanciato il grande progetto per Pompei, impegnando risorse per la ristrutturazione dei teatri lirici, confermando la fiscalità di vantaggio per il cinema. Ed è stato applaudito per aver riportato 'a casa' nel loro museo di Reggio Calabria i Bronzi di Riace, e per aver fatto tornare pubblica la splendida e cadente Reggia Borbonica di Carditello, che ora però deve essere ristrutturata con un progetto che ne renda possibile la fruizione. La riforma del ministero, soffocato dalla burocrazia, invece, non è riuscito a portarla a termine e proprio a giorni si attendeva il varo del decreto Valore Turismo .

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