Ripristinare l’arena del Colosseo per ospitare, come un tempo, gare e spettacoli o anche solo per passeggiare nello spazio immenso dell’anfiteatro, calpestato dai gladiatori duemila anni fa, e spingersi poi nei sotterranei bui, destinati alle belve, ai feriti, agli addetti alle attività sceniche. E’ la suggestione che ha sedotto il ministro di Beni culturali e Turismo Franceschini, che su Twitter ha lanciato la proposta di restituire al Colosseo l’aspetto che aveva fino a poco più di un secolo fa. Un’idea, ispirata a uno scritto dell’archeologo Daniele Manacorda, che divide già gli esperti.
Il progetto di Manacorda “di restituire al Colosseo la sua arena mi piace molto. Basta un po’ di coraggio”, twitta Franceschini, postando alcune foto Alinari in cui l’arena è lì, con una croce al centro, circondata dagli spalti corrosi dai secoli, prima che gli scavi tra XIX e XX secolo ne mettessero a nudo gli ipogei.
Ripristinarla – è il ragionamento del ministro – potrebbe arricchire la visita del monumento più gettonato al mondo (5 milioni di presenze all’anno), creando percorsi guidati anche nei sotterranei, oggi un labirinto quasi inaccessibile, e aprendo a modalità nuove di fruizione: passeggiate notturne, proiezioni e magari anche eventi, sempre di alto profilo culturale. Per diventare realtà, il sogno di Franceschini andrà affidato a un tavolo tecnico e probabilmente a una commissione di esperti per definirne modalità, soluzioni e costi.
L’idea convince appieno Gaetano Volpe, presidente del consiglio superiore dei beni culturali (“Basta con i feticismi, spieghiamo ai visitatori cosa è stato il Colosseo e quali funzioni ha svolto”) e incassa il sostegno anche dell’ex soprintendente Adriano La Regina: “In fondo il Colosseo nasce proprio come un’arena”. E’ una sonora bocciatura, invece, quella di Tomaso Montanari, che parla di idea “povera culturalmente, banale e banalizzante”. Amaro anche il commento di Salvatore Settis: in un “momento drammatico per la tutela del patrimonio, restituire l’arena del Colosseo non è una priorità ragionevole”.