Google con Unesco lancia il progetto ‘World Wonders’

Consentirà l’accesso a 132 siti Unesco in 18 Paesi diversi

Conoscere i luoghi più belli della Terra attraverso il proprio computer. Ora è possibile grazie a World Wonders, il nuovo progetto di Google che consente di esplorare online luoghi di interesse storico-culturale mondiale. Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Unesco,il World Monument Fund e l’agenzia fotografica Getty Images, è il risultato dell’integrazione tra tecnologia e informazione, al fine di documentare e preservare per le generazioni future il patrimonio artistico-culturale di tutte le popolazioni e di tutti i Paesi.
Attraverso World Wonders è possibile esplorare e visitare virtualmente 132 siti in 18 diversi Paesi. Tra i beni italiani inserito nel progetti ci sono: Pompei, Castel del Monte, i centri storici di Firenze, Napoli, San Gimignano, Siena, Urbino, Ferrara, Pisa, le chiese rupestri di Puglia e della città di Matera, chiostro dei Santi Quattro Coronati, Cinque Terre, città tardo barocche della Val di Noto, costiera Amalfitana, Trulli di Alberobello, Reggia di Caserta, Su Nuraxi di Barumin, Tempio di Ercole, Tempio di Portuno, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Grazie al progetto si potrà, non solo esplorare questi luoghi grazie a Street View, ma anche documentarsi sulla loro storia.
"Da lungo tempo Google è impegnata a preservare e promuovere online tutti i tipi di cultura. Il progetto World Wonders si inserisce in questo ambito, con l’obiettivo di dare nuova vita ai luoghi più significativi del patrimonio culturale mondiale e, soprattutto, di renderli accessibili ad un pubblico globale. Si tratta di una novità senza precedenti", commenta Steve Crossan, direttore del Google Cultural Institute.
"Le nuove tecnologie offrono potenzialità straordinarie alla promozione e alla salvaguardia del patrimonio naturale e culturale mondiale. Proprio per questo, l’Unesco è orgogliosa di essere parte attiva di questo progetto, che contribuirà ad accrescere l’interesse e l’attenzione delle giovani generazioni verso i Siti Patrimonio dell’Umanità, la cui preservazione sarà un domani loro diretta responsabilità”, aggiunge Francesco Bandarin, vicedirettore generale dell’Unesco per la Cultura. 

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