Nessun disagio per i turisti a Roma. “Tutti i siti della soprintendenza compreso il Colosseo sono e resteranno aperti senza riduzione dei percorsi”, secondo quanto si apprende dalla soprintendenza archeologica di Roma. Si temevano disagi a causa di un’assemblea sindacale, ma applicando il decreto Franceschini sui luoghi di cultura come servizi essenziali sono stati reperiti 70 addetti per garantire le aperture dei sit archeologici.
“Oggi il merito” di esser riusciti a tenere aperti tutti i siti di Roma, compreso il Colosseo, “lo condividiamo con tutti i protagonisti. L’escamotage è stato quello di considerare il personale turnista per quello che è e farlo tornare, permettendo a coloro che volevano prender parte all’assemblea dell’Flp di farlo. Merito anche del decreto Franceschini: aver definito i beni culturali come servizi pubblici essenziali ha fatto capire a tutti la rilevanza del nostro servizio, inorgogliendo anche i lavoratori”, spiega il soprintendente di Roma Francesco Prosperetti.
“Responsabilmente – dice Rinaldo Satolli, il segretario nazionale della Flp, la sigla che ha organizzato l’assemblea sindacale – abbiamo deciso di mantenere tutti i siti aperti e così sarà. È chiaro che si tratta di un segnale temporaneo in attesa della conversione del decreto Franceschini. Il primo grande problema è il mancato rinnovo del contratto di lavoro da quasi sette anni e le scarsissime risorse messe a disposizione dal governo. Siamo ridotti in tutta Italia a 17.500 dipendenti, l’età media attuale è 58 anni, e stiamo cercando di mantenere l’attuale livello di offerta culturale, cioè 11 ore al giorno e in alcuni siti sette giorni su sette, ma il sotto-organico è gravissimo. Il secondo enorme problema è il decreto Franceschini che per noi è inaccettabile per varie ragioni: in primis perché non aveva i requisiti di urgenza, e poi perché è una forzatura che non porterà da nessuna parte, perché entra come un elefante in un negozio di porcellane. Ci siamo stupiti che il presidente Sergio Mattarella lo abbia controfirmato”.