Una “riforma della riforma”, “gravissima nel metodo e nel merito”. Lo storico dell’arte Tomaso Montanari boccia senza appello il nuovo decreto di Franceschini con soprintendenze unificate e dieci nuovi musei e parchi a gestione autonoma.
“E’ chiaro che l’intento è fare cassa – sostiene – strappare ulteriore terreno alla tutela, per darlo alla valorizzazione, intesa come mercificazione al servizio della politica. Solo questo è il motivo per cui si sopprimono le soprintendenze archeologiche: per recuperare posti dirigenziali per fare altri musei autonomi”.
A dimostrarlo, nota lo studioso, è “il comma che prevede che sulla concessione ai privati dei beni culturali non decidano più i soprintendenti, ma i poli museali”. Bocciate quindi le soprintendenze uniche: “Le abbiamo già avute (nel 1923) e abbiamo già avuto soprintendenti sotto i prefetti (nel 1860) in entrambi i casi, è stato un disastro per il patrimonio”.