Dalla fine dell’estate 2014 sono ben 790 i mecenati che hanno approfittato delle agevolazioni fiscali previste dall’Art Bonus per aiutare le sorti del patrimonio pubblico di arte e cultura, per un totale, al momento, di 34 milioni di euro. Forte del successo ottenuto con la legge di stabilità, che finalmente rende stabili al 65% le detrazioni per le erogazioni liberali nel settore, il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini tira le prime somme e lancia la campagna di promozione che si spera porti sempre più aiuto privato ai tanti tesori italiani bisognosi di restauri e cure, ma anche nuovo ossigeno per teatri e biblioteche, orchestre, archivi e tutto quanto fa cultura.
14,9 milioni raccolti dalle Fondazioni Liriche, 10,8 milioni distribuiti in 134 comuni, 2,2 per i teatri di tradizione, 662.960 euro per il Mibact, 5 milioni per altri soggetti. All’appello però mancano ancora i grandi mecenati, e le donazioni più importanti, come quella richiesta per esempio per restaurare la Domus Aurea, sono ancora al palo.
L’Art Bonus “è andato bene per le piccole e medie donazioni, ma a parte un solo caso, quello di Unicredit che ha offerto 14 milioni in tre anni per l’Arena di Verona, non c’è stata ressa di grandi aziende italiane”, lamenta Franceschini. Ora però con la stabilizzazione al 65% degli incentivi fiscali, la strada per i grandi investitori dovrebbe essere ora veramente aperta. “Davvero non ci sono più alibi”, ripete il ministro.
Ora, in attesa che la stabilità diventi legge ed entri in vigore, si entra comunque nel vivo lanciando a tappeto una campagna promozionale, con uno spot tv diffuso dalle prime settimane di novembre, messaggi in radio e sul web, affissioni nei comuni, che peraltro, almeno per ora, hanno raggiunto i risultati migliori (tra i beneficiari ci sono ben 134 comuni).