Qualifica dirigenziale e reclutamento con concorso pubblico per i direttori di 20 grandi musei dagli Uffizi di Firenze alla Pinacoteca di Brera, resi autonomi dalle soprintendenze e con la direzione generale per la valorizzazione che si trasformerà in direzione generale per i Musei. Ma anche più spazio per arte e architettura contemporanea con l’arrivo di una direzione generale ad hoc e soprintendenze miste. Annunciata da settimane, arriva la riforma del Mibact targata Franceschini, una manovra ‘innovativa e coraggiosa’, come la definisce il ministro.
“Non si tratta di piccoli cambiamenti – ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini – gli italiani si aspettano da questo Governo riforme importanti e la riorganizzazione del Mibact è una grande rivoluzione che ci consentirà di investire sull’incredibile patrimonio culturale che possediamo”.
Almeno cinque, secondo Franceschini, i nodi da risolvere: la mancanza di integrazione tra cultura e turismo, innanzitutto, ma anche le troppe linee di comando, il congestionamento dell’amministrazione centrale, la cronica carenza di autonomia dei musei, il ritardo nelle politiche di innovazione e formazione.
Da qui la riforma, che taglia gli uffici dirigenziali (da 30 a 24 quelli di I fascia e da 198 a 167 quelli di seconda fascia), rafforza il potere del segretario generale (che avrà tra gli altri compiti quello di coordinare la programmazione dei fondi comunitari e il monitoraggio sull’art bonus) accostandogli anche due direzioni ‘trasversali’ per organizzazione, personale e bilancio.
Nuove anche la direzione generale per l’arte e architettura contemporanea e periferie e quella per la Ricerca, Studio e Formazione. Mentre e quella per la valorizzazione, che si trasforma in Musei e valorizzazione detterà tra l’altro le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali.
I direttori di 20 grandi musei avranno riconosciuta la qualifica dirigenziale di prima o seconda fascia e potranno essere reclutati anche fuori dall’amministrazione pubblica. Arrivano i poli museali regionali, pensati per favorire la creazione di una rete tra musei statali e non, sia pubblici che privati. Tra le novità, anche risorse straordinarie per la crescita professionale dei dipendenti del ministero, oltre a convenzioni con università e scuole.
Cambiano ruolo le direzioni regionali, trasformate in Segretariati regionali del Mibact, uffici di coordinamento amministrativo che avranno competenze anche per il turismo e promozione.
Le Soprintendenze dipenderanno invece dalle direzioni centrali.
A differenza di quello che era stato il progetto dell’ex ministro Massimo Bray, rimane la direzione centrale per l’archeologia da cui dipendono le soprintendenze di settore, vengono invece accorpate le soprintendenze per i beni storico artistici con quelle per i beni architettonici, che avranno una sola direzione centrale.