Paestum capitale dei beni culturali per un giorno

Alla XVIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, il Consiglio Superiore dei Beni culturali e paesaggistici, riunito in seduta straordinaria, ha approvato la “mozione di Paestum”: “un cambio di passo deciso per valorizzare un patrimonio dalle potenzialità ampiamente inespresse”.

“Deve maturare la capacità di avviare virtuosi percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale – recita la mozione – che siano in connubio e non in conflitto con le prioritarie esigenze di tutela e di conservazione”. E, a tale proposito, “il Consiglio auspica la rapida adozione in tutte le regioni meridionali dei Piani Paesaggistici Territoriali, che rappresentano strumenti essenziali per l’affermazione di una nuova politica di tutela e per innovative forme di sviluppo sostenibile”.

Il Consiglio ha sollecitato inoltre lo sviluppo di capacità nel portare sul territorio e nei processi gestionali delle istituzioni culturali delle regioni meridionali conoscenze e competenze pluridisciplinari “che coprano in modo sistemico tutto il sistema dei saperi di cui necessita il patrimonio culturale”.

Apprezzamento per le iniziative imprenditoriali, attenzione alle regioni del Sud, che “proprio grazie al proprio patrimonio culturale, potrebbe svolgere un ruolo centrale nel dialogo interculturale e nelle nuove dinamiche euromediterranee”.

La conclusione sulle risorse del PON cultura: “Si invita infine il Mibact a proseguire nel percorso avviato, finalizzato ad una migliore gestione delle risorse del PON cultura, anche in connessione con i POR territoriali delle regioni del Sud, anche al fine di poter realizzare azioni olistiche ed integrate per un nuovo percorso di valorizzazione del patrimonio culturale del Mezzogiorno, nell’ambito di politiche di sviluppo socio-economico in grado di coniugare ricchezza, occupazione, benessere sociale, qualità della vita, educazione, senso di appartenenza, cittadinanza attiva e partecipazione dei cittadini”.

Dal canto loro, i quattro neodirettori dei musei archeologici a gestione autonoma del Sud Italia, Eva Degl’Innocenti (museo archeologico nazionale di Taranto), Paolo Giulierini (museo archeologico nazionale di Napoli), Carmelo Malacrino (museo archeologico nazionale di Reggio Calabria), Gabriel Zuchtriegel (parco archeologico di Paestum) hanno indicato tra i primi obiettivi l’aumento dei visitatori (60mila a Taranto, 350mila a Napoli, 80mila a Reggio Calabria e 270mila a Paestum), dal momento che la riforma Franceschini offre l’occasione di utilizzare gli introiti dei biglietti venduti. Inoltre, si sta lavorando anche a nuove forme di collaborazione tra i quattro siti, attraverso una programmazione e un percorso legato ai quattro musei.

Potrebbe, invece, nascere la prossima primavera il nuovo organismo unitario rappresentativo di tutti gli archeologi italiani, secondo quanto ha annunciato a Paestum il presidente del Consiglio Giuliano Volpe nel corso dell’incontro “Verso una rappresentanza unitaria degli Archeologi Italiani”, primo appuntamento pubblico del Coordinamento delle Associazioni degli Archeologi italiani di vario tipo che, a partire dalla primavera scorsa, ha cominciato a dialogare per tentare di dar vita proprio ad un’unica rappresentanza che riunisca tutte le sigle. A Firenze il 19 febbraio è prevista l’assemblea nazionale degli archeologi italiani. 

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