Tempo di crisi anche i grandi musei di Parigi che per rimpolpare i loro bilanci sono costretti ad inventarsi nuove strategie. Dai mega cartelloni pubblicitari sulla facciata del Musee d'Orsay agli orologi di lusso con marchio Louvre, le iniziative si moltiplicano e cominciano a far discutere. Fino ad ora, infatti, i problemi di bilancio erano risolti da cospicue iniezioni di denaro pubblico. Ora, però, con l'arrivo della crisi e le conseguenti politiche di austerity intraprese dal governo di Parigi, un modello simile non è più sostenibile e i musei devono rivedere i modelli di business, puntando su nuove fonti di ricavi, che siano allo stesso tempo redditizie e non nocive per l'immagine.
Così, per esempio, la reggia di Versailles aprirà un hotel di gran lusso in una delle sue dependance secondarie e ha iniziato a vendere in una speciale boutique online souvenir speciali, dalla zuppiera in porcellana dorata e avorio 'Marie Antoinette' alle candele 'Let them eat cake', profumate al cocco. Tenta la strada del merchandising di lusso anche il Louvre, che per i problemi di bilancio è già stato costretto ad aumentare di 50 centesimi il prezzo del biglietto d'ingresso. Il museo sta infatti lavorando a un accordo per cedere la licenza per utilizzare il suo nome al prestigioso produttore di orologi svizzero Breguet. Ancora più drastica la scelta del Musee d'Orsay, che ha affittato la sua celebre facciata con vista sulla Senna a un enorme cartellone pubblicitario per il profumo Chanel numero 5.