È atteso per oggi il nuovo cda di Alitalia. Ma nemmeno questo sarà il consiglio che darà il via libera all’atteso piano industriale. Nonostante il pressing del Governo e l’attesa ‘armata’ dei sindacati, probabilmente si dovrà attendere un secondo cda per l’ok definitivo di un documento che, nelle bozze esaminate dai soci, si prevede sia difficile da digerire per le organizzazioni dei lavoratori. Sul tavolo infatti, oltre a una cifra probabilmente poco inferiore a 2.000 esuberi, importanti ‘sforbiciate’ al costo del lavoro, alle spese e nessun investimento sulla flotta.
L’avvio dunque di quella che è stata denominata la ‘fase due’ dell’Alitalia targata Etihad, si preannuncia piuttosto complicato. Anche perché a rendere ancora più complesso il quadro della compagnia è il confronto interno che riguarda i vertici. Se da un lato infatti il nome di Luigi Gubitosi come prossimo capo azienda appare fortemente sostenuto dai soci bancari, dall’altro non è ancora stato messo l’ok definitivo sull’uscita dell’attuale ad Cramer Ball. Con rumors, che affondano le radici ad Abu Dhabi, che ipotizzano addirittura una ‘convivenza’ dei due.
Tornando al piano industriale, il confronto con i sindacati si preannuncia tutto in salita. Se le indiscrezioni circolate fossero vere, a partire da un taglio medio degli stipendi del 31%, come scrive ‘Il Sole 24 Ore’ – afferma il segretario nazionale della Cgil che segue il settore, Nino Cortorillo – “la trattativa sarebbe impossibile”.
Dello stesso parere il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi. “Non ci sono margini per la trattativa” dice, ricordando che “il costo del lavoro – sottolinea – rappresenta meno del 17% del costo complessivo e il 19% dei ricavi”.