Sono scaduti a mezzanotte i termini per le prime offerte per la gara per Alitalia indetta dal commissario Giuseppe Leogrande. Ma il Governo, che con l’emergenza coronavirus si è trovato a fare i conti con uno scenario completamente nuovo e inaspettato, ha già spianato la strada per il ritorno della compagnia nelle mani dello Stato, garantendo una dote fino a 500 milioni.
Pare infatti difficile che si presentino molti pretendenti per Alitalia: secondo quanto trapela, una busta potrebbe arrivare solo da German Efromovich, il patron di Avianca già fattosi avanti nell’estate scorsa.
In ogni caso la vendita dell’aviolinea appare praticamente già superata dai nuovi piani del Governo, che ne vede ora più che mai la centralità per il Paese. L’obiettivo è infatti riavere la “compagnia di bandiera” e per questo tra le norme del Cura Italia è stata prevista anche la creazione di una newco interamente controllata dal Tesoro o da una società a prevalente partecipazione pubblica, anche indiretta (circola già il nome di Invitalia, al 100% del Mef).
Nazionalizzazione per la quale sono già state stanziate delle risorse: un fondo con 500 milioni per quest’anno (scesi dai 600 milioni iniziali) per finanziare le misure per il settore e le compagnie, e quindi anche per Alitalia. Risorse che non rischiano questa volta di infrangere le regole dell’Ue, che proprio per la situazione di emergenza ha rivisto le regole degli aiuti di Stato e si è già detta pronta a discutere misure per la compagnia italiana.